Il bar di Nicoletta

La piazza di Sant'Angelo del Pesco e il bar di Nicoletta. Ottobre 2004 - © Oreste Di Cristino

Ancora una volta mi ritrovo in viaggio, su un treno, seduto lato finestrino. E ogni volta, guardando fuori e vedere il mondo che scorre via, mi ritornano in mente ricordi che non hanno niente a che vedere col viaggio che sto facendo (oggi direzione Bruxelles). Pensieri, che a modo mio, metto nero su bianco per poi, a modo mio, raccontarle. Storie che mi hanno fatto crescere. Storie scritte per non dimenticare.

E così in una giornata uggiosa e un po’ malinconica in viaggio in un Eurocity verso Bruxelles è nato questo piccolo racconto.

Due negozietti, la chiesa parrocchiale, l’edificio dell’ex asilo, il monumento ai Caduti, il campanile, il municipio, la fontana e in mezzo la piazza; come in un anfiteatro. Era questa la piazza di una volta, l’unica piazza del paese attraversata da un’unica strada, la provinciale. Era un luogo di ritrovo dove si svolgeva la vita sociale di tutto il paese. E poi, quel luogo mistico: il bar di Nicoletta. Il classico baretto della piazza. Un punto di ritrovo e di riferimento.

La piazza e il bar di Nicoletta. Agosto 2009 – © Oreste Di Cristino

In fondo, in un paese di un centinaio di case, e quando ancora si trovava qualcuno con cui fare quattro chiacchiere, si usciva solo per andare in chiesa o al bar. Il bar all’epoca, come d’altronde lo è ancora oggi, era l’unico punto di ritrovo del nostro piccolo paese; era lì che succedevano tante cose ed era lì dove venivano raccontate tutte le storie del paese. Se oggi mi appassiono a raccontare storielle del mio paese, è merito anche di quel posto lì: il bar di Nicoletta.

Il bar di Nicoletta. Agosto 2009 – © Oreste Di Cristino

Siamo cresciuti nel bar di Nicoletta. Con ansia si aspettava il fine settimana quando in tanti tornavamo per ritrovarci senza un preciso appuntamento; sempre lì, al bar di Nicoletta. Come in tutti i bar di paese, al pomeriggio si giocava a carte. I pochi tavoli erano occupati da accaniti giocatori di tresette, briscola o scopa a giocarsi il loro consueto bicchierino, ma non tutti giocavano da artisti. I tanti esperti spettatori quando vedevano le carte gia giocate sul tavolo erano molto più bravi. E così tra una mano e l’altra, tra una risata e l’altra, tra un cappotto, un bongioco e un tresette a perdere, anche noi vivevamo questa normalità. Una varietà di storie e di personaggi che con la loro gestualità e la loro ricca terminologia dialettale, se raccontati in un certo modo, si avrebbe l’impressione di vedere un film: “Un pomeriggio al bar di Nicoletta“.

L’angolo della piazza col bar di Nicoletta. Maggio 2004 – © Oreste Di Cristino

La piazza di una volta: più che una piazza era un parcheggio. Premetto che non è un luogo di fantasia immaginato dall’autore, ma un luogo reale con tanti personaggi e tantissime storie vissute. Luoghi che conservano ancora oggi quello stile di vita autentico e paesano dove il diario di una singola giornata può valere per tutto l’anno; basta una sola pagina. Ma il fatto di vivere un po’ fuori dal mondo e lontano dalle vicende che terrorizzano le grandi città, fa vivere più sereni e sicuri. Il bello di un piccolo paese…

Oggi la nuova piazza non è poi così diversa di quella di una volta. A parte i due negozietti spariti nel nulla, il piccolo paese ancora più piccolo di allora e la piazza oggetto di un restyling negli anni passati; c’è ancora tutto quello che resta. Le piccole storie ci sono sempre, anche se quelle di allora erano decisamente più lunghe e sono poi quelle che restano nella memoria dei pochi rimasti. Vanno raccolte, trascritte, conservate, raccontate e condivise.

Davanti al bar di Nicoletta. Da sinistra: Nicoletta del bar, un’altra Nicoletta, Camilla, Mariangela e Carmine. Agosto 2007 – © Oreste Di Cristino

Il bar di Nicoletta, per cessata attività, rimane chiuso per diversi anni

Cercasi gestore per il bar del paese“; “Senza il bar il paese è morto“; “Era un luogo di socialità, rivogliamo un bar così“; e via così per qualche anno…

La bellissima piazza di Sant’Angelo in una notte di mezza estate. I locali del bar sono vuoti. Il bar di Nicoletta non c’è più. Chiuso per cessata attività. Agosto 2011 – © Oreste Di Cristino

Dopo una bellissima e animata parentesi col The Magic Bar di Salvatore e Roberta nella piazzetta Novembre ’43, Sant’Angelo del Pesco ritrova il suo amato bar. Il bar della piazza e del paese finalmente riapre. “Sono arrivati i “4 Mori“. Vengono da lontano. Si dice in giro che vengono dall’altra parte del mare, dal Tirreno. Hanno un accento non proprio familiare al nostro e alcune voci dicono che sono in quattro“. Da allora, a Sant’Angelo del Pesco, al bar della piazza e del paese, sventola bandiera sarda.

“Cafè i 4 Mori“ a Sant’Angelo del Pesco. Settembre 2022 – @ Oreste Di Cristino

E dopo tanti anni, davanti al bar, quello dei “4 Mori“, ci ritroviamo insieme a Nicoletta nella sua nuova veste a ricordare quelle fredde serate invernali incollati alla piccola stufetta fino a tarda ora a raccontarci le storielle e a rivivere tutte quelle belle serate passate insieme. Per noi un po’ come una seconda casa. Dopo l’ultimo caffè, Nicoletta spegneva le luci. “Buonanotte, ci vediamo domani“. Il paese da allora non si è ripopolato, ma adesso ci sentiamo meglio. La piazza è tornata a vivere con altre storie ma con tantissima gente in meno… pensieri completamente nuovi.

Benvenuto a Sant’Angelo del Pesco, Bruno Pitzalis!

“Sono arrivati da lontano, sono in quattro“ – @ Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco, Settembre 2022]