La chiesa di Sant’Angelo del Pesco

La chiesa parrocchiale di Sant'Angelo del Pesco dedicata a San Michele Arcangelo – © Oreste Di Cristino [Sant'Angelo del Pesco]

Nella pittoresca cornice del mio paesello erge una chiesa ottocentesca, edificata nel 1886, un testimone silente di decenni e decenni trascorsi, ma soprattutto, testimone della storia di un paese. Parliamo della chiesa parrocchiale di Sant’Angelo del Pesco.

L’interno della chiesa entrando dalla porta d’ingresso – © Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco]

Varcata la porta d’ingresso, ci troviamo di fronte a un’unica navata, un bel colpo d’occhio. Il primo sguardo si dirige in avanti, verso l’alto, dove padroneggia la maestosa statua di San Michele Arcangelo che vince il demonio. Una statua che domina l’altare principale in fondo alla navata e si erge a custode irradiando arte, bellezza e sacralità. San Michele Arcangelo è il patrono del nostro piccolo paesello. Due file di banchi in legno con corridoio centrale e i finestroni in alto che danno luce all’ambiente completano il nostro primo sguardo. Un interno sobrio che concorda con la semplicità di un luogo di culto.

L’interno della chiesa visto dall’altare – © Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco]

L’unica navata è adornata da otto altari minori laterali e rivela tutta la sua magnificenza; quattro altarini nella parete di destra e quattro a quella di sinistra. Qui sono collocate delle bellissime statue; entrando in chiesa con lo sguardo rivolto verso destra notiamo: la Madonna Addolorata, la Madonna del Rosario, San Giuseppe e il SS Cuore di Gesù. Guardando a sinistra invece: Santa Lucia, Sant’Antonio di Padova, Sant’Antonio Abate e Santa Maria Goretti.

Un magnifico colpo d’occhio dell’altare, la statua di San Michele Arcangelo e il dipinto dell’Ultima Cena – © Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco]

Di fronte, in alto, nella lunetta dell’abside, un imponente dipinto che raffigura l’ultima cena: un momento sacro e simbolico in cui Gesù condivise il pane e il vino con i suoi discepoli, anticipando la sua passione e morte come sacrificio redentore per l’umanità. Personaggi in atteggiamento semplice ma pieni di emozione. Se poi si volge lo sguardo al soffitto, possiamo ammirare altri cinque interessanti dipinti, opere riconosciute come fondamentali per l’arte santangiolese: si tratta di cinque rosoni in gesso che incorniciano affreschi dai temi sacri. Affreschi tutti dipinti con grande maestria nel 1954 dal pittore-fotografo santangiolese Oreste Mariani (1915-1983), artista emergente dell’epoca.

L’altare – © Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco]

Più in basso, invece, nelle pareti laterali, l’occhio viene diretto in 14 riquadri in legno che narrano il tragico cammino di Gesù verso la croce: la Via Crucis. Da Pilato che lo condanna alla morte, fino al sepolcro vuoto. Ogni riquadro è una stazione che rappresenta un momento di dolore, amore e speranza.

L’affresco dell’Ultima Cena nella lunetta dell’abside della chiesa. Dipinto dal pittore-fotografo Oreste Mariani – © Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco]

Uno sguardo al soffitto: altri cinque interessanti affreschi dipinti dal pittore-fotografo Oreste Mariani – © Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco]

Nel varco dell’ingresso, a destra, la fonte battesimale: un rito sacro che ha segnato l’inizio del nostro cammino di fede, fondamenta della vita cristiana. A sinistra, una scalinata che conduce a un piano superiore, dove risiede un magnifico organo. Qui la Schola Cantorum, con canti che intrecciano il sacro e il moderno, infonde entusiasmo e anima alle solenni funzioni liturgiche della parrocchia: messe, festività, riti e celebrazioni speciali. Momenti di pura aggregazione sociale, che uniscono la comunità in un abbraccio di fede e armonia.

Panoramica dall’alto dell’unica navata della chiesa parrocchiale – © Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco]

Nella sacrestia poi, risiede il prezioso patrimonio della nostra fede. I paramenti sacri e gli oggetti liturgici riposano qui, serbando la memoria di antiche celebrazioni. È qui che da bambini indossavamo gli abiti da chierichetti, pronti ad assistere Don Vincenzo nelle sacre messe quotidiane. Ogni mattina e sera, e la domenica anche la Messa del Fanciullo alle 9, seguita dalla solenne celebrazione delle 11.

La Schola Cantorum in una solenne funzione liturgica della parrocchia – © Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco]

In questo luogo di emozioni e responsabilità, il nostro cammino di fede si intrecciava con l’essenza stessa della liturgia, imparando l’importanza del servizio e dell’impegno verso Dio e la comunità. Ricordi che rimangono vivi nel cuore di coloro che hanno avuto il privilegio di essere parte di quella piccola schiera di chierichetti, pronti a offrire la propria voce e il proprio servizio all’altare. La sacrestia è e sarà sempre un simbolo tangibile della nostra crescita spirituale e dell’amore per la nostra comunità.

Un bel colpo d’occhio di fronte all’’unica navata della chiesa parrocchiale – © Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco]

E poi, il cuore sonoro del nostro paesello: il campanile. Attraverso l’ingresso che si trova nella sagrestia, in una strettissima scala a chiocciola di legno, salivamo fino alla sua cima, pronti a far vibrare le tre campane all’unisono. Un rito che univa le nostre voci e i nostri cuori in una sinfonia di fede.

Il campanile: la sapiente illuminazione notturna consente di cogliere il suo maestoso profilo – © Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco]

Ma non solo. Il campanile, con il suo profilo imponente e sapientemente illuminato, diventa un faro di bellezza nel paesaggio notturno. La sua presenza maestosa riflette l’anima del nostro paesello, donando un senso di sacralità e di appartenenza. Il campanile, con il suo fascino senza tempo, è il simbolo indelebile della nostra identità e della nostra comunità, un richiamo costante alla nostra storia e alla nostra spiritualità.

La chiesa parrocchiale insieme al suo affascinante borgo circostante – © Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco]

La chiesa parocchiale del mio paesello, con la sua eleganza senza tempo ci ricorda che le radici del nostro passato sono qui, solide fondamenta su cui poggia il nostro futuro. È un richiamo a ricordarci da dove veniamo e a non dimenticare mai le nostre origini. In luoghi come questo, immersi nella bellezza e nella sacralità, troviamo la forza per affrontare il presente e per sognare un domani ancora più luminoso. Ci invita a conservare il legame con la nostra terra, con la nostra comunità e con la nostra identità. La chiesa parocchiale è un testimone vivo del nostro passato e un faro di speranza per il nostro avvenire. La chiesa parocchiale di Sant’Angelo del Pesco è la nostra chiesa.

La chiesa parocchiale di Sant’Angelo del Pesco è la nostra chiesa – © Oreste Di Cristino [Sant’Angelo del Pesco]

In breve il profilo di Oreste Mariani (1915-1983), pittore, fotografo e autore dei dipinti nella chiesa parrocchiale di Sant’Angelo del Pesco

Oreste Mariani 1915-1983. Pittore e fotografo di Sant’Angelo del Pesco

Nato nel 1915, era già noto nel suo paese natale Sant’Angelo del Pesco sin da giovane, grazie alla sua passione per la fotografia e la pittura. Nel 1954, nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, dipinge scene religiose tratte da testi sacri: un imponente affresco murale raffigurante l’Ultima Cena e altri cinque interessanti dipinti che ornano il soffitto della chiesa. Alcuni anni prima, Oreste Mariani, appassionato fotografo, apre in paese il primo laboratorio fotografico con camera oscura: è il primo studio fotografico della storia di Sant’Angelo del Pesco. Nel 1955, dopo aver lasciato il suo paese natale, decide di trasferirsi negli Stati Uniti. Con grande passione continua a dipingere fino ad età avanzata. Muore in Pittsburgh-USA nell’ottobre del 1983. Le opere lasciate nella chiesa parrocchiale di Sant’Angelo del Pesco sono una testimonianza di una vita dedicata alla famiglia e alla pittura.