Nel cuore del nostro pittoresco paesello, case e casette abbandonate raccontano storie silenziose e commoventi che risuonano nel tessuto stesso della nostra comunità.

Per gli abitanti di un’epoca passata, Sant’Angelo era un luogo incantevole; sembrava che nulla potesse mancare. Le case, con le porte sempre spalancate, tranne quando il freddo faceva capolino, erano semplici casette di gente umile, dove la vita scorreva tranquilla e felice. Si salivano scale, si aprivano porte, si contemplavano quadri di famiglia, e ogni angolo raccontava la sua storia; una storia di vita intensamente vissuta. Una di queste è la casetta di P’ppnella e Marianucc’, un simbolo indelebile di gentilezza, generosità e un’epoca passata che continua e continuerà a vivere nei cuori di noi santangiolesi.

Venerdì 8 dicembre, “Repubblica“ lancia Viaggio in Molise: Alto e Medio Sannio, un gioiello editoriale che racconta il Molise attraverso le luci e le storie delle sue tradizioni. Protagonisti 33 Comuni dell’Alto e Medio Sannio, tra di essi spicca la presenza di Sant’Angelo del Pesco.

Il 9 dicembre ad Agnone, candidata a capitale della cultura 2026, si terrà la presentazione ufficiale del libro, coincidendo con la celebrazione della famosa “Ndocciata“. L’evento vedrà la partecipazione di illustri testimoni e figure del mondo artistico, culturale e politico di origini molisane che si sono distinti a livello nazionale e nel mondo. Si tratta di un appuntamento imperdibile, in cui le parole prenderanno vita e la ricca tradizione e cultura molisana saranno le protagoniste indiscusse.

La presentazione avrà luogo sabato 9 dicembre 2023 alle 10:30 presso il Palazzo San Francesco, situato in Via Beato Lucci ad Agnone.

Il mio paesello, dove il tempo sembra essersi fermato, la vita si svela come un antico racconto e la semplicità è il suo tesoro più prezioso. Nascosto tra campi dorati e un cielo dipinto d’azzurro, questo paesino è un autentico scrigno di tranquillità. Le piccole viuzze, più simili a piccoli fili intrecciati, si snodano tra casette di pietra e muri secolari, portando il visitatore in un viaggio nel passato.

Un lampione solitario e silenzioso, come una meridiana, sembra simboleggiare il passare del tempo in questo periodo di transizione tra l’estate e l’inverno. Fino a pochi giorni fa, gli alberi intorno erano rigogliosi e vivaci. L’autunno sta lasciando il suo segno indelebile, tingendo le foglie prima di farle cadere. Tranne una sola foglia ancora aggrappata tenacemente a un ramo nudo e spoglio, come se si rifiutasse di arrendersi all’arrivo della stagione fredda. Un piccolo segno di resistenza, un ultimo sussulto di vita prima della lunga dormita che attende la natura.

Ma che bella ottobrata! Un’espressione che si sente spesso all’inizio della stagione autunnale e deriva dalla tradizione romana: così venivano chiamate le gite fuoriporta che i romani si concedevano nelle giornate più calde di ottobre. Sì perché ottobre è un mese speciale con giornate luminose e temperature gradevoli. Merito del clima tardo-estivo, mite e tiepido, e della luce tenua e morbida dell’autunno. Un periodo quando la natura dà il meglio di sé e tutto assume un fascino particolare, cielo azzurro e temperature fino ai 25 gradi.

Nel punto più iconico di un paesello, in una luce completamente naturale, in una esperienza unica e affascinante si trova una meraviglia che regala emozioni e ricordi. Di giorno è meravigliosa, ma di notte è semplicemente magica. Una incantevole chiesetta nel piccolo Molise. Misteriosa, malinconica, surreale; ma magica, romantica, mistica, poetica, ordinaria e straordinaria nello stesso tempo. Talmente bella che l’ho inserita con orgoglio e immenso piacere in una speciale classifica: Piccole chiese dal mondo e che presento in questo racconto in 18 inedite ed esclusive immagini.

Tra le cose belle di un paese, spesso trascurate o passate inosservate, ci sono i lampioni che si ergono come guardiani notturni, le panchine accoglienti che invitano al riposo, le ringhiere che delineano il confine tra il mondo esterno e l’intimità dei cortili, e le fontane che un tempo sgorgavano di vita e ora ci ricordano giorni passati. Questi oggetti quotidiani diventano testimoni silenziosi delle nostre passeggiate quotidiane, depositari di ricordi e di storie che spesso ci sfuggono.

In un mondo di contrasti, emerge un grigio luminoso. Un colore che evoca mistero e tranquillità allo stesso tempo. Ma ciò che rende il grigio veramente straordinario è la sua sfumatura verde brillante: è il colore della campagna che lo circonda. Un grigio pacifico che porta con sé l’essenza delle radici e la saggezza dei tempi passati. E proprio nel suo colore luminoso che si cela probabilmente un futuro radioso in un misto di elementi apparentemente opposti, ma destinati a convivere in perfetta armonia. Un grigio luminoso che ci ricorda che nella diversità risiede la bellezza, dove passato e presente possono unirsi in un futuro diverso.

In autunno quando le foglie degli alberi cambiano colore, creano spettacolari paesaggi con tonalità di giallo, arancione, rosso e marrone. È un fenomeno naturale conosciuto come “foliage” e sono numerosissimi in tutto il mondo. È uno dei fenomeni della natura più fotografati. I “foliage“ più celebri? Quello del New England negli Stati Uniti d’America, il Kyoto del Giappone, il “foliage“ delle Alpi svizzere. Questi sono solo alcuni degli spettacolari “foliage“ che si possono trovare in tutto il mondo, e molti altri luoghi offrono esperienze altrettanto affascinanti durante l’autunno. Il nostro “foliage”, quello santangiolese, non sarà poi così celebre a livello globale, ma è di una straordinaria bellezza comunque. Una meraviglia autunnale che merita senza dubbio di essere scoperta. Buona lettura e una serena e tranquilla domenica settembrina!