Negli anni ’50, un periodo segnato dalla ricostruzione post-bellica e dal desiderio di rinascita, uno studio fotografico assumeva un’importanza straordinaria per molte famiglie. Era un’epoca in cui la società stava cercando di ritrovare una certa normalità dopo gli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale, e le fotografie diventarono un mezzo prezioso per catturare i momenti speciali e conservare i ricordi di famiglia.
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L’Ultima Cena nella chiesa parrocchiale di Sant’Angelo del Pesco rappresenta un capitolo significativo nella vita e nelle opere di un artista senza confini. Oreste Mariani (1915-1983), maestro della pittura e della fotografia, ha intrapreso un viaggio artistico che lo ha condotto dalla quiete del suo paese natale alle dinamiche scene di Pittsburgh, USA.
A Sant’Angelo del Pesco, la chiusura del bar di Nicoletta segnò la fine di un’epoca.
Il bar di Nicoletta non era un bar qualsiasi: era il luogo dove gli anziani si ritrovavano per una partita a carte, dove i giovani si incontravano per un caffè e una chiacchiera, e dove ogni evento importante della comunità veniva celebrato con un brindisi
Un angolo della piazza di Sant’Angelo del Pesco col bar di Nicoletta. Agosto 2008 – vivisantangelo / Oreste Di Cristino
Un tempo, la piazza di Sant’Angelo del Pesco era un vero anfiteatro della vita quotidiana, racchiusa tra due negozietti, la chiesa parrocchiale con il suo solenne campanile, l’edificio dell’ex asilo, il monumento ai Caduti e il municipio. Al centro, l’unica strada che attraversava il paese, la provinciale. Questo luogo era il cuore pulsante della vita sociale, un crocevia di storie e incontri quotidiani. E poi c’era il bar di Nicoletta, il classico baretto della piazza, che più di ogni altro luogo, fungeva da punto di ritrovo e di riferimento per gli abitanti. Qui, tra un caffè e una chiacchiera, si intrecciavano le vicende della comunità, in un flusso continuo di voci e risate.
Nella pittoresca cornice del mio paesello erge una chiesa ottocentesca, edificata nel 1886, un testimone silente di decenni e decenni trascorsi, ma soprattutto, testimone della storia di un paese. Parliamo della chiesa parrocchiale di Sant’Angelo del Pesco.
Questa guida ci porterà alla scoperta di Sant’Angelo del Pesco, un piccolo paese nascosto nell’entroterra molisano, dove antiche tradizioni si fondono con panorami sorprendenti e l’aroma di antichi sapori. Un viaggio esplorativo verso tesori nascosti, tra luoghi, tradizioni, cultura e scenari naturali che solo questo piccolo paese può offrire. Sant’Angelo del Pesco, spesso sottovalutato, rivela la sua bellezza pura e autentica, una finestra sulla vita di un popolo che celebra con orgoglio e passione le proprie radici, contribuendo significativamente al patrimonio storico e culturale della regione Molise.
Maggio si rivela come il mese di massima espressione della devozione mariana, arricchito da numerose ricorrenze religiose, pellegrinaggi ai santuari e una profonda venerazione verso la Santissima Vergine Maria, celebrata come Donna fra le donne e unica Signora. In questo periodo, i fedeli si riuniscono per rendere omaggio alla figura materna più venerata nella fede cristiana, rafforzando il legame spirituale attraverso la preghiera e la comunione.
Il lavatoio pubblico di una volta era una struttura che svolgeva un ruolo cruciale nella vita quotidiana dei piccoli paesi, specialmente in Europa, fino a circa la metà del XX secolo. Prima dell’avvento delle moderne lavatrici, i lavatoi erano il luogo dove le persone, prevalentemente donne, si recavano per lavare i vestiti e gli altri tessuti domestici.
Un racconto inedito, rimasto nel cassetto per anni, si proponeva di svelare le meraviglie celate nei piccoli borghi del Molise, come Sant’Angelo del Pesco. Questi luoghi, vere e proprie gemme nascoste, si distinguono per le loro stradine che si intrecciano tra case dai colori vivaci, piccole scalinate di pietra, antiche mura e vicoli avvolti nel silenzio, offrendo un’immersione totale nella tranquillità. Nonostante conservino intatto il fascino delle antiche città murate, rimangono sorprendentemente poco esplorati e conosciuti.
Da nord o sud, da Roma o Napoli, o semplicemente, non importa da dove, mi avventuro verso un piccolo paese dell’Alto Molise, seguendo il percorso della suggestiva Fondo Valle Sangro, SS652. Un viaggio che si anima tra colline verdi e il silenzioso canto di un fiume, ormai solo un ricordo. Portato avanti dalla brezza della nostalgia, proseguo il mio cammino.