È uscito ieri Gli strumenti migliori, il brano che dà il titolo all’album in arrivo tra gennaio e febbraio 2026: undici canzoni che segneranno la conclusione della carriera da cantautore di Giovanni Petta.
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Era Natale, il Natale dell’anno scorso, quello del 2024, quando ho iniziato a scrivere questo volume. Forse è nata così, quasi per caso, la voglia di raccontare la festa che più amo attraverso una serie di episodi, uno dopo l’altro, come piccoli tasselli di un mosaico. Col passare dei mesi quei fascicoli, nati come appunti sparsi, hanno preso forma e si sono trasformati in un libro dal titolo semplice, ma carico di ricordi.
Prosegue la presentazione del nuovo volume Natale a Sant’Angelo del Pesco, un libro che adotta una modalità inedita per raccontarsi: svelare, passo dopo passo, i propri racconti, veri pilastri narrativi dell’intera opera. Si tratta di un progetto particolare, ricco di parole e immagini nuove, capace di restituire l’atmosfera autentica del Natale così come, ogni anno, viene vissuta e sentita.
Il racconto presentato oggi — alle pagine 48 e 49 — richiama la magia della Notte Santa e lascia emergere anche una lieve, inattesa malinconia che, in contrasto con il calore della festa, rende la narrazione ancora più intensa e coinvolgente.
Il volume, composto da 180 pagine e arricchito da oltre 130 immagini di forte valore narrativo-fotografico, è realizzato nel formato 21 × 30 cm. È disponibile, insieme ad altri due titoli che completano la collezione natalizia, al seguente link: https://lemultimedia.press/vivisantangelo/.
A Sant’Angelo del Pesco, il Natale di un tempo, agli occhi di noi bambini, aveva un fascino unico, scandito da festività autentiche e profondamente sentite. L’attesa iniziava con largo anticipo, settimane prima della festa vera e propria, trasformandosi in un crescendo di emozioni. In ogni casa ci si preparava con semplicità: piccoli gesti e decorazioni fatte in casa bastavano a rendere magico l’intero periodo natalizio.
Arroccato su un costone roccioso che domina la valle del Sangro, Pescopennataro è il cuore dell’Alto Molise, un borgo di pietra che sembra nascere dalla montagna stessa.
Di probabile origine longobarda, appartenne un tempo ai potenti Borrello, poi ai Cantelmo nel Quattrocento, e successivamente ai Caracciolo-Pignatelli, seguendo le alterne sorti delle grandi famiglie feudali del Mezzogiorno.
Nel cuore dell’inverno del 1972, il regista Ugo Fasano puntava la sua cinepresa su Sant’Angelo del Pesco, per raccontare il Natale attraverso gli occhi di chi, più di tutti, ne viveva il senso più autentico e al tempo stesso più malinconico: gli anziani.
Torno spesso al mio paesello, un piccolo borgo dell’entroterra molisano, immerso tra le montagne della Val di Sangro, proprio al confine tra tre province – Isernia, la mia, Chieti e L’Aquila – e due regioni, Abruzzo e Molise.
Ed è così che, durante un viaggio su un TGV verso Parigi in una giornata uggiosa, è nato questo piccolo racconto:
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C’era un tempo in cui l’estate aveva il profumo dell’erba secca e della frutta matura. Era un periodo che non si contava in giorni, ma in attese: l’ultima campanella di scuola, le prime cicale che riempivano il pomeriggio, le sere lunghe che si allungavano come il tramonto dietro le colline. Allora, nel mio piccolo paese, agosto era il traguardo dell’anno, ed io da bambino passavo l’inverno e la primavera ad aspettarlo, come si aspetta un regalo promesso.
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Sant’Angelo del Pesco – È stato un momento di intensa emozione e profonda devozione quello vissuto sabato 9 agosto 2025, quando la comunità di Sant’Angelo del Pesco si è riunita in gran numero per accogliere il ritorno del Quadro della Madonna del Carmelo, dopo un lungo e accurato restauro. La partecipazione calorosa e sentita ha confermato il profondo legame dei santangiolesi con questa preziosa e antica immagine sacra, parte viva della storia e dell’identità del paese.