Le Isole Faroe: un arcipelago remoto e selvaggio, sospeso nel cuore dell’Oceano Atlantico settentrionale, tra la Norvegia e l’Islanda. Un’immersione fotografica, un vero e proprio tentativo di catturare l’essenza di una terra che sembra appartenere a un’altra dimensione.
Con la macchina fotografica e il supporto di un drone, ho seguito il richiamo dei fiordi che si insinuavano tra montagne nebbiose e pascoli sospesi nel vuoto. Scogliere maestose e solitarie, grotte nascoste e angoli inaccessibili si svelavano dall’alto. Il drone sorvolava il paesaggio con rispetto e stupore, rivelando la geometria scolpita da una natura tanto potente quanto silenziosa.

Vidoy, Faroe Islands – Oreste Di Cristino
Volava sopra quei paesaggi per svelarne prospettive invisibili: piccole baie segrete incastonate tra le scogliere, cascate che si gettavano in mare da pareti verticali, giochi di luce che danzavano tra le rocce e l’acqua che si frangeva con forza sulla pietra. Ogni volo era una scoperta, uno sguardo nuovo su una terra che custodisce la sua bellezza nei dettagli nascosti.
Il volo del drone
Il drone si sollevava silenzioso, fendendo l’aria gelida e trasparente dell’Atlantico del Nord. Sotto di lui, le Isole Faroe si dispiegavano come un arcipelago incantato, sospeso tra il cielo e il mare, tra leggenda e solitudine.

Streymoy, Faroe Islands – Oreste Di Cristino
Nonostante il cielo nuvoloso e una sottile pioggia, il paesaggio esplodeva di mille sfumature: le scogliere, maestose, si gettavano a strapiombo nell’oceano, mentre le onde che si infrangevano con forza contro la roccia. Dall’alto, la scena assumeva un’aurea quasi irreale. Il volo del drone trasformava ogni prospettiva, rivelando la bellezza nascosta di un mondo ai confini del tempo.

Borðoy, Faroe Islands – Oreste Di Cristino
Sorvolava la scogliera di Sørvágsvatn, dove il lago, da quella prospettiva unica, sembrava galleggiare sospeso sopra l’oceano. Un’illusione ottica, certo, ma dall’alto la magia era assoluta, quasi ipnotica. Poi il drone virava lentamente, seguendo la costa frastagliata, fino a raggiungere le cascate di Gásadalur, che si gettavano con forza silenziosa in mare aperto, scomparendo nell’abbraccio dell’Atlantico. Un paesaggio tanto reale quanto surreale, dove ogni inquadratura sembrava provenire da un altro mondo.

Streymoy, Faroe Islands – Oreste Di Cristino
In questo angolo remoto, il tempo sembrava rallentare, quasi sospeso in un respiro profondo della natura. Il drone catturava ogni dettaglio con delicatezza: le pieghe antiche dei monti, il soffio costante del vento, la luce obliqua che sfiorava l’erba come una carezza.

Esturoy, Faroe Islands – Oreste Di Cristino
Quando è atterrato, il drone ha restituito immagini che non erano solo panorami, ma emozioni cristallizzate, frammenti di silenzio e stupore. Scatti che raccontavano storie senza bisogno di parole, perché lì, tra cielo, terra e oceano, parlava solo la voce della natura.