L’evoluzione dall’architettura romanica al gotico è un affascinante intreccio di stili. Dal robusto e massiccio romanico alla grazia e alla verticalità del gotico, una transizione che, nell’architettura, ha prodotto edifici straordinari arricchiti da archi ogivali e vetrate colorate.
Nella pittoresca cornice del mio paesello erge una chiesa ottocentesca, edificata nel 1886, un testimone silente di decenni e decenni trascorsi, ma soprattutto, testimone della storia di un paese. Parliamo della chiesa parrocchiale di Sant’Angelo del Pesco.
L’aria gelida morde il viso, ma l’energia e l’entusiasmo di esplorare mari inospitali ed estremi superano qualsiasi disagio. Alla deriva, tra meraviglie e misteri: un’avventura a bordo di una rompighiaccio nell’incanto glaciale del Mar Baltico in uno splendido scenario crepuscolare della Lapponia svedese.
Camminare su un mare ghiacciato è una sensazione profonda e contrastante che offre sensazioni uniche ed emotive.
« È notte. Le strade sono deserte. Il pazzo del paese irrompe nella piazza vuota, gridando: “La piazza è mia”, la piazza è mia”. È una delle scene più belle del film “Nuovo Cinema Paradiso“ di Giuseppe Tornatore. »
Le dighe sono diventate gradualmente una parte essenziale delle infrastrutture umane. Utilizzate per la produzione di energia, lo stoccaggio dell’acqua e il controllo delle inondazioni, queste vaste strutture svolgono un ruolo fondamentale nella vita di miliardi di persone ogni giorno.
La fotografia, un mio bisogno personale per documentare il mondo che mi circonda. Viaggio molto ed esploro luoghi nuovi, in terre lontane ed estreme, in altri angoli del pianeta. La fotografia mi aiuta a immortalare i ricordi e catturare l’essenza delle cose belle e va al di là della passione e della professione. È un riflesso dell’anima che cerca di catturare l’attimo fuggente per raccontarci poi una storia. La fotografia, per me, non è una passione e tantomeno una professione, è semplicemente una mia espressione personale.
Ore e ore di volo, sotto di noi uno scenario mozzafiato. Distese di ghiaccio che si estendono all’infinito, i colori mutevoli di un cielo che si riflettono sul ghiaccio e sull’acqua, una sensazione di essere in un altro pianeta. Ci accompagnano i nostri pensieri e la nostra voglia di scoprire cose nuove.
Non faccio fotografia o almeno certamente non solo per passione, né tantomeno per professione. Faccio fotografia per un bisogno personale, quello di documentare il mondo dopo averne visitato ogni angolo per tutta la vita.
In ricordo della “Tipo 26“ la prima Maserati vittoriosa in pista: anno 1926. E il ritorno alle corse della Maserati in Formula E con la “Tipo Folgore“: anno 2023.
Durante un periodo di crescente interesse pubblico per l’ingegneria meccanica, cinque fratelli si interessarono allo sviluppo di motori a combustione interna. Carlo, Bindo, Alfieri, Ettore ed Ernesto, figli di Rodolfo Maserati. Beneficiando dell’esperienza nell’ingegneria ferroviaria di loro padre iniziarono a costruire biciclette motorizzate già nel 1900. I rigidi principi ingegneristici utilizzati per costruire vetture da competizione “Diatto“ furono la base per i fratelli Maserati per la costruzione delle prime due vere Maserati, contraddistinte dallo stemma di Bologna (l’ormai famoso Tridente). Guidata da Alfieri Maserati, una di queste due vetture la “Tipo 26“ conquista il suo primo alloro della sua classe partecipando alla Targa Florio del 1926. Una vettura guidata anche da alcuni grandi piloti dell’epoca tra cui: Luigi Fagiolo, Tazio Nuvolari e Albert Divo. Un’auto molto importante nella storia dell’automobilismo che rappresenta una pietra migliare significativa nello sviluppo di auto sportive Maserati. Nel 1941, gli impianti di produzione vennero trasferiti da Bologna a Modena.