A tre settimane dal campionato mondiale di calcio FIFA World Cup Qatar 2022, in programma dal 20 novembre al 18 dicembre, tutto è pronto per ospitare l’evento sportivo dell’anno: sette stadi, un nuovo aeroporto, nuove strade e una rete ferroviaria ad alto livello; una delle più moderne al mondo. Condiderato uno dei paesi più moderni e progressivi al mondo, il Qatar sta lavorando ad un piano a lungo termine per diventare il principale centro finanziario ed economico della regione araba sul golfo persico.


Nel giugno 2017, diversi paesi della penisola arabica, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, decidono di interrompere le relazioni diplomatiche con il Qatar accusandolo di sostenere il terrorismo. Il Qatar, denunciando un forte indebolimento delle sue relazioni da parte dei paesi vicini, passa all’offensiva economica ed annuncia di voler fare grandi affari con altri paesi della zona araba, Kuwait, Oman, Iran e Pakistan, avvicinandosi pure a paesi emergenti come la Siria e l’Iraq. Poteva il Qatar resistere a tale pressione?

Il paese non ha mai avuto segno di debolezza, né politicamente né sportivamente e per diventare competitivo metteva in piedi un sistema che con la sua ricchezza riusciva ad abbattere regole e confini. Infatti, oggi, è protagonista nei maggiori eventi sportivi mondiali e da più di un decennio investe nello sport. La prossima Coppa del Mondo di calcio si terrà proprio qui in Qatar dal 20 novembre al 18 dicembre dove la costruzione degli stadi e di tante opere pubbliche è tuttora oggetto di diverse pesanti controversie sui diritti fondamentali dei lavoratori immigrati arrivati in massa per realizzare tutte le infrastrutture necessarie. Si deplora con profondo rammarico la sofferenza patita da lavoratori migranti e dalle loro famiglie, ma soprattutto si condannano le condizioni di lavoro al limite del disumano.

L’assegnazione dei mondiali di calcio al piccolo Qatar, senza alcuna tradizione calcistica e con una temperatura media in estate superiore ai 40 grandi, è da sempre stata fonte di critiche: oltre a spostare per la prima volta in assoluto il torneo a fine autunno, pesano pesanti accuse di corruzione sulla scelta del Qatar come paese ospitante del torneo calcistico più importante al mondo.

Ma per il piccolo e ricchissimo Qatar, monarchia ereditaria governata dal 1825 dalla famiglia reale Al Thani, i Mondiali di calcio vengono considerati una sfida logistica e di sicurezza. È previsto l’arrivo di oltre un milione di visitatori: un grande test per il piccolo Qatar.