Un personaggio da ricordare

Un personaggio da ricordare: Carmine Di Lallo 1876-1943 di Luigi Preziosi

Generale Medico. All’alba del Natale 1943, il tedesco invasore, troncò la sua esistenza con freddo cinismo spesa al servizio della patria e della più nobile missione umana.

 

 PRIMA PARTE

Generale Carmine Di Lallo 1876-1943

Il Generale Carmine Di Lallo nacque a Sant’Angelo del Pesco il 19 dicembre 1876. Laureatosi in medicina e chirurgia presso l’università di Napoli il 3 agosto 1901, volle spontaneamente, e per personale tendenza, abbracciare la carriera militare, che ebbe il seguente sviluppo : Tenente effettivo nel marzo 1905, venne aggregato ai reparti italiani destinati i missione internazionale nell’isola di Creta, ove rimase per oltre quattro anni.


Rientrato in patria il 1° agosto 1909, venne promosso, per meriti speciali, Capitano Medico a scelta, e destinato il 2 aprile 1911 nel reggimento Lancieri di Aosta. Partito per la Cirenaica il 15 dicembre 1911, per lo scoppio della guerra Italo-Turca, compì in zona di operazione, e presso truppe operanti, tutta la campagna, rientrando in Italia il 23 dicembre 1912.


Il 25 maggio 1915, dichiarata la guerra agli Imperi Centrali, venne assegnato in zona operazioni nella Carnia presso il 3° Artiglieria da Campagna. In questo periodo, essendo egli a Tolmezzo ed io a Genova nell’8° Alpini, ebbi occasione di incontrarlo per la prima volta. Il 14 dicembre 1916 venne promosso Maggiore ed assegnato all’Ospedale Principale di Bologna, con le funzioni di Aiutante Maggiore in prima. Stando a riposo col mio reparto a Ferrara ebbi occasione di fargli visita nel gennaio 1917 e di constatare personalmente la generosità del suo animo, non disgiunta dall’attaccamento scrupoloso ai suoi doveri, e la stima ch’egli godeva da parte dei suoi superiori immediati e dei subalterni.


Sempre in forza a Bologna venne promosso Colonnello Medico di 1° grado con D.M. del 1° agosto 1920. Trascorsa in presidi diversi la sua restante carriera, venne collocato a riposo per età il 19 dicembre 1932 e promosso Maggiore Generale con anzianità il 1° gennaio 1938 e con R.D. 27 settembre dello stesso anno.


Durante il lungo periodo di servizio gli furono conferite molte decorazioni. Rientrato nel paese natio, continuò nell’esercizio libero della sua professione, con l’altra competenza acquisita nei lunghi anni della sua pratica professionale. Dopo il luglio 1932, a motivo della morte del locale medico-condotto, assunse la titolarità del servizio sanitario comunale, che disimpegnò continuamente fino alla sua morte.

 

 SECONDA PARTE

Il Generale Carmine Di Lallo volle anche dedicarsi ad altre attività attinenti il miglioramento delle condizioni di vita del nostro Comune, cui era particolarmente attaccato, e per suo merito, e l’instancabile suo spirito di iniziativa, il nostro Comune ebbe per la prima volta, e primo fra tutti i Comuni vicini, la illuminazione elettrica.


Di carattere affabile, alla buona, senza alcuna pretesa di riguardo di nessun genere, egli si mischiava sempre con i più umili, operai, agricoltori, artigiani, e trattava tutti alla stessa stregua con affettuosa affabilità.


Ma, dopo tanto glorioso passato, il destino aveva in lui riservato una fine tragica e barbara, ad opera delle truppe tedesche, attestate nella nostra zona. In seguito alla distruzione sistematica del nostro paese, compiuta dai tedeschi dal 9 novembre e successivi dell’anno 1943, egli si era rifugiato nei casolari del vicino Comune di Pizzoferrato, sulla sponda opposta del fiume Sangro, che in questo tratto è limite di provincia.

Quivi la sua signora aveva dato alla luce due gemelli, che morirono per mancanza di nutrimento, e di assistenza. Essi vennero sepolti in aperta campagna, sotto una quercia, avvolti e ricoperti con vecchi embrici di terrarcotta. Solo anni dopo si è provveduto alla loro esumazione ed i pochi resti portati nel nostro Cimitero.

 

 TERZA PARTE

I tedeschi, che erano attestati lungo il baluardo montuoso di Gamberale e di Pizzoferrato, avevano più volte intimato ai civili, rimasti ancora nella zona, di allontanarsi sotto pena di morte. Essi condideravano spie tutti gli inadempienti a tale ordinanza.


Già il 18 dicembre 1943, nei pressi del ponte di S.Vitturino, in agro del nostro Comune, era avvenuta la fucilazione di tre cittadini di Gamberale che, attraversato il fiume per mettersi in salvo, si erano imbattuti in una pattuglia tedesca, scambiata per inglese, a causa dell’ora inoltrata e della nebbia, e che richiesti avevano indicato ai tedeschi gli appostamenti delle proprie artiglierie. In questa circostanza venne rinnovata l’ordinanza di sgombero immediato della zona per non oltre il 20 dicembre. Ma di questa nuova e ultima intimidazione non ebbe notizia il generale Di Lallo, che continuò a rimanere nel proprio ricovero. Peraltro è da ricordare che i tedeschi lo tenevano segnato a dito per i suoi sentimenti antinazisti.


Il mattino del Natale 1943 una pattuglia tedesca, armata di tutto punto, scese giù nella vallata del Sangro ; riunì i pochi uomini ancora sparsi nella campagna di Gamberale e di Pizzoferrato, – in tutto 12 -, li condusse in gruppo in una masseria già diroccata dalle artiglierie, e quivi vennero tutti trucidati a colpi di mitra. Tra questi trovò morte raccapricciante anche il nostro Generale!


La sua signora era stata già allontanata in direzione di Sulmona. Per colmo dalla cattiva sorte, causa la molta neve caduta nei giorni successivi al Natale, la mancanza assoluta di uomini, lo stato di intransitabilità delle strade di ogni specie, l’esistenza di mine sparse dapperttutto, ed accuratamente affondate nei paesi di più comune e facile accesso alla zona, questi morti non potettero avere sollecita sepoltura.


Solo dopo alcuni mesi la pietà, il coraggio di alcuni volenterosi potè provvedere alla triste bisogna, sotto l’incubo immanente della soldataglia tedesca, che era ancora attestata sulle cime dei monti soprastanti, e che arretrò solo alla fine di giugno 1944, e cioè dopo la caduta di Cassino.


Questa, in breve, la vita e la figura altamente patriottica del Generale Di Lallo, che rimarrà sempre la personalità più eminente della vita di tutti i tempi di Sant’Angelo del Pesco.