Oltre l’80° parallelo Nord, dove il giorno dura quattro mesi

SVALBARD 2023 – leMultimedia.info / Oreste Di Cristino

Imponenti ghiacciai e iceberg, orsi polari che si muovono agilmente tra i ghiacci, balene che sfiorano la superficie dell’acqua. In mezzo a questa bellezza selvaggia, si trovano coraggiosi ricercatori che studiano l’ecosistema polare, vecchi minatori che una volta sfruttavano la ricchezza del carbone, e poi birra. Nella capitale più settentrionale del pianeta, per quattro mesi, da maggio ad agosto, si crea un’atmosfera unica e surreale, non è mai notte.

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Nella città silenziosa, sotto il sole di mezzanotte, in un bar all’aperto si gusta birra. Il freddo che ci aspettavamo, qui a due passi dal Polo Nord, è assente. Un freddo secco, privo di umidità, che si sopporta senza problemi, considerando che siamo circondati da eterni ghiacciai: una giacca a vento e un copricapo sono sufficienti. È mezzanotte e tutti noi, qui allo SvalBar, siamo felici e soddisfatti. Il bar è affollato, ci sono persone di tante nazionalità: australiani, scozzesi, svizzeri, francesi, americani, solo per citarne alcune. Siamo tutti giunti qui per qualcosa, forse per la semplicità del luogo o forse per sfuggire da tutto e da tutti. Con i nostri boccali di birra, godiamo dei raggi del sole, quello di mezzanotte.

La notte è lunga e il giorno diventa ancora più lungo. Ma qui, è un altro mondo, un altro nord, un luogo silenzioso e surreale, il nord artico Le file di casette colorate sembrano poggiate sui prati, mentre le motoslitte giacciono abbandonate in maniera disordinata sui campi adiacenti, in attesa dei mesi di neve e ghiaccio. La scarsa quantità di neve che rimane durante l’estate si trasferisce da un inverno all’altro.

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Longyearbyen, la piccola capitale delle Svalbard, l’arcipelago più settentrionale del mondo. Sulle colline circostanti la città, si ergono costruzioni singolari: sono gli ingressi delle vecchie miniere di carbone, ormai dismesse. Il modernissimo museo “Svalbard Museum“ racconta, attraverso mappe, fotografie e video, la travagliata storia dei minatori e dei cacciatori di pellicce che vivevano isolati tra i ghiacci in semplici baracche di legno. Lo Svalbard Museum è un museo unico al mondo, con mappe e testimonianze della storia artica di un secolo fa. Nel porto, una nave giunge all’ormeggio da lontane terre. Non è una crociera, è l’unico mezzo per esplorare l’Artico. Il mare artico si insinua ovunque nelle terre ghiacciate, regalando abbondanza di salmoni e di pesci oceanici.

Siamo arrivati in aereo. Prima tappa Oslo, seguita da un paio di giorni a Tromsø, nel nord della Norvegia, e poi con un volo interno siamo arrivati alle Svalbard. Notti di sole di mezzanotte e navigazione trai i fiordi e gli iceberg, con approdi semplicemente sbalorditivi. Per esempio, quello di Barentsburg, un frammento dell’URSS aggrappato a una roccia nel cuore dell’Artico. Non è la Russia di oggi, ma un residuo dell’impero sovietico che conserva la sua identità senza tempo, raggiungibile solo via mare. Oltre ci sono solo ghiacciai.

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La nostra navigazione prosegue facendo tappa su un’isola deserta chiamata Poolepynten. Dal battello possiamo osservare una pacifica colonia di trichechi distesi sull’isola, un’immagine da sogno. Riprendiamo il viaggio verso Ny-Ålesund. Qui, durante l’estate, circa 130 ricercatori provenienti da tutto il mondo si uniscono agli altri 30-35 che vi risiedono qui tutto l’anno. Le loro attività spaziano dalla ricerca sul clima all’osservazione dell’atmosfera e allo studio della fauna artica. Tra di loro, ricercatori, di ogni nazionalità, inclusi gli italiani della stazione artica Dirigibile Italia. Ny-Ålesund è anche testimone della leggendaria storia del Polo Nord. Qui si trova ancora la torre a cui era ancorato il dirigibile Norge, con cui Amundsen e Nobile intrapresero la loro epica impresa. Una avventura magnifica. Torniamo a Longyearbyen in battello. Allo SvalBar, tutti si godono una birra sotto i raggi del sole, in attesa di quelli di mezzanotte.

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Da Longyearbyen, accompagnati da una guida locale esperta, abbiamo visitato lo Svalbard Global Seed Vault, un deposito mondiale di semi nel cuore della montagna. Attualmente, custodisce oltre un milione di varietà di colture diverse, inclusi alimenti fondamentali come riso, grano, mais e patate, oltre a specie di piante selvatiche meno conosciute. Ogni campione di seme viene accuratamente confezionato e conservato in contenitori sigillati e impermeabili, garantendo la loro integrità nel corso del tempo. Lo Svalbard Global Seed Vault, con la sua solida struttura in calcestruzzo e acciaio, dotata di porte imponenti, è progettato per resistere a una vasta gamma di minacce, come una guerra nucleare, attacchi esplosivi, impatti di aerei o asteroidi e naturalmente ai cambiamenti climatici. Sebbene non sia accessibile dall’esterno, si può scorgere solo l’ingresso, poiché il resto della struttura è nascosto nel cuore roccioso della montagna.

Le Svalbard non sono solo caratterizzate dalle notti polari e dal sole di mezzanotte. La luce solare determina anche le cosiddette mezze stagioni: la stagione dei grandi safari in motoslitta o slitte trainate da cani, che si svolge da marzo ad aprile; la stagione senza tramonti, che va da maggio ad agosto; la stagione delle esplorazioni, dei trekking e delle canoe, che si estende da settembre a ottobre; infine, la stagione della notte polare, che va da fine ottobre a febbraio. Ogni periodo offre esperienze uniche nel suggestivo scenario delle Svalbard.