Storie di paese: tra realtà e fantasia

In piazza a Sant'Angelo del Pesco – ...è meraviglioso poter custodire nel tempo un'amicizia che in terra straniera acquista un valore molto più ampio.

Storie di paese: una serie di aneddoti per fare un salto immaginario nel passato, quando il tempo scorreva più lentamente e le persone si ritrovavano unite per condividere momenti di serenità. A Sant’Angelo del Pesco, non c’era ancora la TV. Ed era un periodo che si poteva tranquillamente riflettere, liberare la propria fantasia, chiacchierare e qualche volta pure ascoltare. Piccoli aneddoti di vita quotidiana, tra le case dove le donne stendevano i panni alle ringhiere e gli angoli della strada e dove i pensionati formano piccoli gruppi nelle panchine della piazza dando vita a tantissime storie per poi raccontarle la sera al bar. L’arte della conversazione dove l’ascolto era attento e le connessioni autentiche. Chiacchiere e storie… tra realtà e fantasia.

Sant’Angelo del Pesco

Personaggi che, nonostante la mancanza di istruzione formale, erano ricchi di creatività e immaginazione. Il loro dialetto colorato aggiungeva sapore e allegria alle narrazioni, facendo ridere e rendendo tutto più vicino e familiare. Racconti di vita vera, semplici e disinvolti, lunghi e meno lunghi, alcuni cortissimi, che mostrano come la fantasia possa superare ogni ostacolo. Storie divertenti, un piccolo mondo di aneddoti, detti e battute dialettali, personaggi e piccoli drammi a volte al limite del paradossale ma che ancora oggi resistono alla memoria di pochi.

Sant’Angelo del Pesco… una piazza, un monumento, un campanile, i ricordi, le emozioni, le illusioni…

La storiella di Marietta d’ viatric’ che ogni domenica mattina girava il paese alla ricerca di offerte per la Madonna:

..d’ dmenica a matin, dop la messa d’m’zzjuorn ch’ z’ dceva alla chiesa d’ la madonna, na femmna ch n’ quaniesctr n’gocc’ g’reva p’ tutt santagnr e alluccheva: carmela, adelina, camilla vulet fa l’ ben alla madonna? Da ogn’ casa scieva qualche femmna e gl’ dava qualche suldariell o n’ poco d’ gran. Ogni tant z’ s’nteva na vocia ch dceva: naltra volta marié, uoj n’ tieng niend..
(..alla domenica di buon mattino e precisamente dopo la Messa celebrata nella Chiesa della Madonna del Carmine, una donna con un canestro sulla testa faceva il giro di tutto il paese gridando: « Carmela… Adelina… Camilla… volete far un’offerta alla madonna?” Da ogni casa usciva qualcuno che offriva qualcosa. Molte volte, però, si sentiva una voce gridare… « Un’altra volta Marietta », oggi non ho niente da darti..)

Sant’Angelo del Pesco… un paese ci vuole non fosse per il gusto di andarsene via…

Oppure quella di Ming coccia gruoss e un commerciante di cappelli (Zulli di Castel di Sangro):

Ming: “quanda coscta st’ cappiell?“ (quanto costa questo cappello?)

Commerciante: “vint mila lire“ (ventimila lire)

Ming: “mè, famm n’ po d’ scont!“ (Su dai, fammi un po di sconto)

Commerciante: “no mè… addò l’ truov tu n’ cappiell gruoss gne quisct?
(Su dai… ma tu dove lo trovi un cappello così grande come questo?)

Ming: “e tu allora? addò la truov na coccia grossa gnè chescta?“
(e tu allora, dove la trovi una testa grande come la mia?)

Sant’Angelo del Pesco… un paese vuol dire non essere soli…

Un’altro piccolo aneddoto di un garzone e za Aurora:

Ad un garzone che lavorava in una brava famiglia santangiolese, la mattina gli veniva chiesto dalla padrona cosa volesse mangiare per mezzogiorno.

Il garzone rispondeva: za’ aurò, mittm du ova e du chiecch’ d’ salgiccia..
(…zia Aurora, mettimi due uova e due pezzi di salsiccia..)

Sant’Angelo del Pesco… nella gente, nelle piante, nella teraa c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta lì ad aspettarti…

Ma l’aneddoto più simpatico è quello di Furtnat, un personaggio del paese di un tempo:

..a quisct’om n’ j’ piaceva a lavurà ..faceva n’ poc quanda teneva abbsuogn’..
(..a questo individuo non gli piaceva lavorare, faceva qualcosa solo per necessità..)

..magneva poc p’ n’ ji a fatjé.. (..mangiava poco per non andare a lavorare..)

..stava sempr n’miezz alla chiezza.. (..era sempre in piazza..)

..je piaceva accumpagnié l’ muort a l’ campsant.. (..amava accompagnare i morti al cimitero..)

..a ogn’ prc’ssiona vstut da fratiell portava sempr la crocia e cantava sempr l’ stess strof ch’ z’aveva m’barat a m’moria..
(..a ogni processione del paese vestito da “fratello” portava sempre la croce cantando strofe che aveva imparato a memoria..)

Sant’Angelo del Pesco… una scuola elementare anno 1958…

Situazioni difficili, a volte, oscure dove trionfava l’istinto di sopravvivenza e la forza interiore. Azioni che ci ispirano ancora oggi e ci ricordano che ogni individuo ha la capacità di opporsi alle ingiustizie e di lottare per la propria dignità, indipendentemente dalla propria istruzione o condizione sociale. Storie di coraggio e di speranza… tra realtà e fantasia.

…dagli archivi di Cesidio delle Donne e vivisantangelo.