La fotografia, un mio bisogno personale per documentare il mondo che mi circonda. Viaggio molto ed esploro luoghi nuovi, in terre lontane ed estreme, in altri angoli del pianeta. La fotografia mi aiuta a immortalare i ricordi e catturare l’essenza delle cose belle e va al di là della passione e della professione. È un riflesso dell’anima che cerca di catturare l’attimo fuggente per raccontarci poi una storia. La fotografia, per me, non è una passione e tantomeno una professione, è semplicemente una mia espressione personale.

Immaginare mondi ed essere in grado di crearli, artificialmente.

Non faccio fotografia – o almeno certamente non solo – per passione, e nemmeno per professione. Faccio fotografia per un bisogno personale, quello di documentare il mondo dopo averne visitato ogni angolo per tutta la vita. E posso assicurarvi che documentare la nostra realtà, in fotografia, è l’antitesi stessa di quell’azione che consiste solamente e semplicemente nell’illustrarla. Partendo da questa considerazione, l’avvento della “nuova technologia“ chiamata Intelligenza Artificiale, anche accettandone la sfida, mi fa un po’ paura.

Distese desertiche con vaste aree dunali spazzate via dal vento, oceani che si perdono a vista d’occhio verso l’orizzonte, suggestive distese di ghiaccio marino nei mari artici e antartici, sconfinati canyon, imponenti fiordi e maestosi ghiacciai, strade desertiche che conducono in posti sperduti all’estremità del pianeta Terra. Scenari (ultra)panoramici da immortalare in un unico fotogramma: la fotografia grandangolare.

Negli ultimi anni, nell’ambito sportivo, ho avuto il privilegio di coprire grandi eventi di caratura internazionale: dal calcio al nuoto, dall’atletica al rugby, dal ciclismo al basket e tanti altri sport, e come in tutti i tipi di fotografia, anche in quella sportiva, la finalità delle foto è quella di catturare delle emozioni, di documentare un evento per poi raccontare una storia. La fotografia sportiva è una sfida divertente e affascinante, molto diversa da altre forme di fotografia, che richiede sempre una grande prontezza di rilflessi e una profoda conoscenza della propria attrezzature per ottenere risultati di alto livello.

Mentre si attende l’arrivo del Natale, laghi, montagne, villaggi e paesaggi alpini sono coperti di un soffice manto di neve e le alte quote sono le mete più gettonate per il divertimento e lo sport invernale. Per noi, una sessione fotografica già programmata da tempo: destinazione le vette innevate delle Alpi nei pressi del maestoso ghiacciao dell’Aletsch, nel cuore del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Un posto in prima fila per ammirare e fotografare il più grande, ampio, lungo e profondo ghiacciaio delle Alpi e d’Europa, nel cuore del Vallese svizzero.

Ultima domenica di novembre e ultimi accenni di un’autunno particolarmente spettacolare. Un bel giretto in bici a fare qualche scatto. Il quadro era semplicemente perfetto e lo scatto è fresco di giornata e anche di stagione. E poi, con un autunno così dal sapore estivo, il fascino del foliage è semplicemente spettacolare… Io l’ho catturato al volo.

Quando scattiamo una fotografia facciamo automaticamente due operazioni: pianifichiamo la composizione (l’aspetto creativo) per determinare l’estetica e l’uniformità dei singoli elementi in modo da creare un’immagine piacevole da guardare. Attraverso una combinazione di regolazioni, invece, impostiamo l’esposizione (l’aspetto tecnico) e cioè la quantità di luce da far entrare nella fotocamera.