La fotografia grandangolare

Ampio, ancora più ampio, sempre più ampio… in un unico fotogramma.

Distese desertiche con vaste aree dunali spazzate via dal vento, oceani che si perdono a vista d’occhio verso l’orizzonte, suggestive distese di ghiaccio marino nei mari artici e antartici, sconfinati canyon, imponenti fiordi e maestosi ghiacciai, strade desertiche che conducono in posti sperduti all’estremità del pianeta Terra. Scenari (ultra)panoramici da immortalare in un unico fotogramma: la fotografia grandangolare.

Ampio, ancora più ampio, sempre più ampio… in un unico fotogramma


Una lunghezza focale minore di 35 mm è già considerata grandangolare, ma una focale di 14 mm (ultragrandangolare), rispetto a una di 35 mm è tutta un’altra storia.

Il gioiello 14-24 mm della Nikon. Ideale per la fotografia di viaggio, paesaggistica, architettura, ma anche per grandi reportage e riprese in situazioni estreme e ristrette – © Oreste Di Cristino

Il mio grandangolare preferito è il 14-24 mm (full frame) della Nikon, sempre a disposizione nel mio zaino. Con un campo visivo di circa 115 gradi, lo uso in quelle situazioni in cui ho bisogno di un angolo molto ampio, a prescindere dal genere fotografico. Attenzione non si tratta di un fisheye (occhio di pesce) dove le sue caratteristiche principali sono quelle di coprire un angolo di campo di 180° (o superiore). I fisheye causano un’evidente curvatura con fotogramma di aspetto circolare e linee molto distorte.

Nikon D5, focale 14 mm. Rettilinei americani. Grandi scenari. Imprevedibili e contrastanti… lungo tutto il percorso – © Oreste Di Cristino

Il 14-24 mm lo considero un grandangolare molto spinto, ideale per la fotografia di viaggio, paesaggistica, architettura, ma anche per i miei reportage e riprese in situazioni ristrette. Lo evito per fotografare ritratti di persone in quanto potrebbero alterare gli allineamenti del viso anche se a volte lo utilizzo deliberatamente per creare una certa distorsione per ottenere effetti inusuali e drammatici. La maggior parte dei fotoreporter, per ottenere appunto immagini più drammatiche, usa un grandangolare, anche in situazioni che drammatiche non sono.

Nikon D5, focale 14 mm. Splendidi specchi d’acqua ad alta quota nella valle del fiume Rodano in Svizzera – © Oreste Di Cristino

Il termine focale fa parte del linguaggio della fotografia e dello stile del fotografo. Affermare che un determinato soggetto va fotografato con una focale, piuttosto che con un’altra, non avrebbe senso. Ogni focale offre una prospettiva diversa. Una caratteristica del grandangolare è la sua profondità di campo. Più la focale è corta, più la zona a fuoco davanti e dietro il soggetto si allunga. Una particolarità questa che tanti fotografi sfruttano con profitto in quasi tutti i generi di fotografia.

Nikon D5, focale 14 mm. Attraverso lo Smith Rock National Park nell’Oregon Centrale, USA – © Oreste Di Cristino

Un grandangolare è quindi un obiettivo dalla lunghezza focale ridotta che di solito vanno dai 12mm ai 35mm sulle full-frame ed è indicato per la fotografia di scene molto ampie offrendo due caratteristiche principali: un’ ampia profondità di campo e un ampio angolo di ripresa.

Nikon D5, focale 14 mm. Spettacolari distese di neve, ghiaccio, laghetti alpini completamente ghiacciati a nord delle Alpi svizzere – © Oreste Di Cristino

Prospettive distorte, visi deformati e tanti altri “orrori“ è una problematica comune del grandangolare che si può comunque evitare scegliendo un punto di ripresa con una messa a fuoco più centrata nella composizione e osservando attentamente nel mirino la prospettiva dell’immagine prima dello scatto. Questo ci impone di valutare con calma la nostra inquadratura facendo attenzione, come già citato, a una delle problematiche principali del grandangolare: la distorsione.

Nikon D5, focale 14 mm. Oltre i 3000 metri di altitudine – © Oreste Di Cristino

Il grandangolare, se usato con creatività e tanto esercizio, aggiunge all’immagine fantasia e originalità, e proprio grazie alle linee prospettiche deformate, riesce a creare composizioni davvero suggestive e piacevoli mettendo in valore elementi che a occhio nudo risulterebbe di poco conto.

Nikon D5, focale 14 mm. Le albe, quelle mozzafiato – © Oreste Di Cristino

Il fotografo e regista statunitense William Klein (1926-2022) fu il primo nel lontano 1954 a usare i grandangolari estremi per i suoi reportage. Dopo di lui la corsa alle focali sempre più corte non si è ancora fermata.