Grøtfjord: vivere l’incanto del sole di mezzanotte

Grøtfjord, Norway – Photography: Oreste Di Cristino / leMultimedia.press [Norway]

Qui a Grøtfjord, nel cuore della Norvegia artica, in estate il sole non tramonta mai: si abbassa appena, quel tanto che basta per sfiorare l’orizzonte e tingere il cielo di sfumature dorate. L’acqua immobile ne riflette la luce come un vetro lucido, mentre le montagne scure incorniciano il fiordo in un controluce maestoso e silenzioso.

Le piccole case di legno, adagiate sulla riva, sembrano sospese nel tempo, e l’aria fresca porta con sé il profumo salmastro del mare. Tutto tace, tranne il lieve sciabordio delle onde che accarezzano i sassi e lo scricchiolio del legno delle vecchie barche, anch’esse piegate sotto il peso invisibile della quiete.

Ero di passaggio e trascorrevo la “notte” in una di quelle piccole casette sulla riva. Eppure, nonostante la stanchezza di una giornata intensa e le lunghe camminate tra i sentieri norvegesi, non riuscivo a dormire. Forse era colpa di quel sole che non tramontava mai, sospeso sull’orizzonte come un pensiero che non vuole svanire.

Grøtfjord, Norway – Photography: Oreste Di Cristino / leMultimedia.press [Norway]

Presi lo zaino e imboccai il sentiero che ormai conoscevo a memoria, quello che portava fino al fiordo. Intorno a me c’erano solo il rumore leggero dei miei passi e il respiro lento dell’acqua che si infrangeva piano sulla riva.

Il cielo era un quadro vivente: sfumature d’oro e di rame scivolavano sul mare e dietro le montagne lontane. Nell’aria sentivo il profumo salmastro del mare mescolato all’odore di legno umido delle vecchie barche, ormeggiate come sospese nel nulla. Non c’era nessuno.

Proseguii il cammino costeggiando la riva, finché poco più avanti scorsi una figura in controluce piegata sulle reti: le mani ferme e sicure, il corpo immobile, come se fosse anch’essa parte di quel paesaggio senza tempo.

Grøtfjord, Norway – Photography: Oreste Di Cristino / leMultimedia.press [Norway]

Mi avvicinai e lo salutai: «God natt. Non riesci a dormire neanche tu?» chiesi con un sorriso incerto.

L’anziano pescatore sollevò appena lo sguardo e, con una voce calma come il mare, rispose: «Come si può dormire, quando il cielo sembra voler raccontare una storia?»

Mi sedetti accanto a lui sulla passerella di legno che scricchiolò appena sotto il nostro peso. Attorno a noi regnava un silenzio assoluto, interrotto solo dal lieve sciabordio dell’acqua e, in lontananza, dal richiamo di un gabbiano insonne. Il sole, basso sull’orizzonte, disegnava sul mare una scia luminosa, una strada d’oro che sembrava invitare chiunque a seguirla fino al confine del mondo.

Grøtfjord, Norway – Photography: Oreste Di Cristino / leMultimedia.press [Norway]

L’anziano pescatore, senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte, mormorò: «Il sole di mezzanotte è una porta, e se hai il coraggio di attraversarla, puoi vedere tutto ciò che il cuore desidera.»

Il suo viso, rischiarato da quella luce eterna, sembrava quasi irreale. Per un istante, credetti davvero che quella porta fosse lì davanti a noi e che bastasse un passo per trovarsi dall’altra parte, in un luogo dove il tempo non esiste.

«E tu… che vivi qui ogni giorno… c’è qualcosa che vorresti vedere di diverso?» gli chiesi sottovoce.

Esitò un istante, poi si voltò verso di me. I suoi occhi, chiari come l’acqua del fiordo, riflettevano la luce dorata del sole. «Forse…» disse piano, «ma qui non c’è più nulla di diverso da vedere. È una meraviglia che ormai fa parte della mia vita… e che va semplicemente vissuta, giorno dopo giorno, fino alla fine.»

Le nostre mani si sfiorarono, e fu come se il tempo si fermasse. Il sole, sospeso sull’orizzonte, ci avvolgeva in una luce eterna, silenziosa e immobile, quasi a custodirci. Attorno a noi il mondo svanì: non c’era notte, non c’era domani. Solo quell’oro senza fine e il respiro quieto del mare, mentre il cuore imparava a battere al passo di un giorno che non avrebbe mai conosciuto il buio.