È la Domenica della Passione, ultima tappa prima del silenzio che precede la resurrezione. Il paese si prepara all’oscurità che, come narra il Vangelo, scenderà dalla sesta alla nona ora: «Farò tramontare il sole a mezzodì e oscurerò la terra in pieno giorno». Le parole di Matteo echeggiano antiche, ma ancora cariche di significato, mentre il piccolo paese si raccoglie in un’attesa che si rinnova ogni anno, uguale eppure diversa.
Giovedì, a mezzogiorno, il sole si spegnerà simbolicamente, e le tenebre, fisiche e spirituali, avvolgeranno il mondo. È l’ora della morte. Il tempo si ferma, e con esso anche i pensieri, il rumore quotidiano, la corsa incessante delle cose. Tutto tace, mentre l’umanità si affaccia sull’abisso del dolore, per poi riscoprirsi capace di rinascita.

Grandi nuvoloni avanzano silenziosi, oscurando il cielo e spegnendo simbolicamente il sole. Le Tre Croci di Sant’Angelo del Pesco svettano immobili sulla cima, come sentinelle del tempo e della fede. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino
Arriva il Sabato Santo. Il giorno è breve, il tramonto precoce. Le luci si affievoliscono e il paese entra nel silenzio della lunga veglia. Si attende, insieme. È una sospensione che non sa di fine, ma di promessa. Le strette strade del paesello si svuotano, ma i cuori si riempiono di un’intima trepidazione.
Nella notte, quando la veglia è già cominciata e il buio sembra ancora regnare sovrano, un piccolo gruppo si incammina in silenzio lungo Via Pisanelli. L’aria è fresca, quasi sospesa, e ogni passo è carico di memoria e di fede. Si sale lentamente verso il colle del Calvario. La salita non è lunga, ma è intensa. È come ripercorrere la Via Crucis, passo dopo passo, silenzio dopo silenzio.

L’oscurità comincia a cedere. Un primo raggio di luce squarcia il velo della notte, accarezzando dolcemente il profilo delle Tre Croci di Sant’Angelo del Pesco che diventano testimoni silenziosi di una promessa mantenuta. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino
Poi, all’improvviso, l’oscurità comincia a cedere. Le prime luci dell’alba tingono l’orizzonte e rivelano una scena che toglie il fiato: le Tre Croci di Sant’Angelo del Pesco si stagliano maestose su un pianoro, avvolte da un bagliore quasi sovrannaturale. Quelle croci, immobili nella loro solennità, diventano testimoni silenziosi di una promessa mantenuta. È lì, su quel colle, che si fa viva la resurrezione.
In lontananza, il suono del «Gloria» rompe l’attesa, seguito dal canto dell’«Alleluia». Le campane della piccola Cappella della Madonna del Carmelo risuonano a festa, l’aria si riempie di luce e di canto. È il cuore pulsante della Pasqua che esplode in una gioia collettiva. Il silenzio si trasforma in lode, l’attesa in celebrazione.

In lontananza, il suono del «Gloria» rompe il silenzio della notte, seguito dal canto dell’«Alleluia», mentre le campane della chiesa esplodono in un canto di festa che si diffonde tra i vicoli deserti del piccolo paesello. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino
«Non temete – disse l’angelo alle donne che andavano al sepolcro – Egli non è più qui. È risuscitato». Quel messaggio, antico di duemila anni, si rinnova oggi nella luce che avvolge le Tre Croci di Sant’Angelo del Pesco. È un annuncio che attraversa il tempo e lo spazio, giunge fino a noi e ci ricorda che, anche dopo la notte più buia, torna sempre l’alba.
Buona Pasqua a te, mio piccolo paese, cullato dal silenzio e dalla fede.