È stato un vero privilegio poter visitare, in esclusiva, la sala degli archivi storici della Basilica Notre-Dame de Valère nella capitale vallesana a Sion. Accompagnati da una guida, abbiamo avuto il piacere di ammirare, documentare e fotografare dipinti e pezzi estremamente rari custoditi in questo luogo sacro: opere che raccontano storie affascinanti in un percorso di mille anni.

Storie di paese: una serie di aneddoti per fare un salto immaginario nel passato, quando il tempo scorreva più lentamente e le persone si ritrovavano unite per condividere momenti di serenità. A Sant’Angelo del Pesco, non c’era ancora la TV. Ed era un periodo che si poteva tranquillamente riflettere, liberare la propria fantasia, chiacchierare e qualche volta pure ascoltare. Piccoli aneddoti di vita quotidiana, tra le case dove le donne stendevano i panni alle ringhiere e gli angoli della strada e dove i pensionati formano piccoli gruppi nelle panchine della piazza dando vita a tantissime storie per poi raccontarle la sera al bar. L’arte della conversazione dove l’ascolto era attento e le connessioni autentiche. Chiacchiere e storie… tra realtà e fantasia.

La fotografia, un mio bisogno personale per documentare il mondo che mi circonda. Viaggio molto ed esploro luoghi nuovi, in terre lontane ed estreme, in altri angoli del pianeta. La fotografia mi aiuta a immortalare i ricordi e catturare l’essenza delle cose belle e va al di là della passione e della professione. È un riflesso dell’anima che cerca di catturare l’attimo fuggente per raccontarci poi una storia. La fotografia, per me, non è una passione e tantomeno una professione, è semplicemente una mia espressione personale.

In ricordo della “Tipo 26“ la prima Maserati vittoriosa in pista: anno 1926. E il ritorno alle corse della Maserati in Formula E con la “Tipo Folgore“: anno 2023.

Durante un periodo di crescente interesse pubblico per l’ingegneria meccanica, cinque fratelli si interessarono allo sviluppo di motori a combustione interna. Carlo, Bindo, Alfieri, Ettore ed Ernesto, figli di Rodolfo Maserati. Beneficiando dell’esperienza nell’ingegneria ferroviaria di loro padre iniziarono a costruire biciclette motorizzate già nel 1900. I rigidi principi ingegneristici utilizzati per costruire vetture da competizione “Diatto“ furono la base per i fratelli Maserati per la costruzione delle prime due vere Maserati, contraddistinte dallo stemma di Bologna (l’ormai famoso Tridente). Guidata da Alfieri Maserati, una di queste due vetture la “Tipo 26“ conquista il suo primo alloro della sua classe partecipando alla Targa Florio del 1926. Una vettura guidata anche da alcuni grandi piloti dell’epoca tra cui: Luigi Fagiolo, Tazio Nuvolari e Albert Divo. Un’auto molto importante nella storia dell’automobilismo che rappresenta una pietra migliare significativa nello sviluppo di auto sportive Maserati. Nel 1941, gli impianti di produzione vennero trasferiti da Bologna a Modena.