Atleti della generazione “zeta“

Generazione “Z“ - EMMA PIFFARETTI (Svizzera), classe 2002. Salto in lungo femminile: Medaglia d'argento ai Campionati europei U18; campionessa nazionale U20 - © Oreste Di Cristino [Basel]

Un’articolo di ELISABETH ALLI
Giornalista, autrice e regista di origine nigeriana

Photography & Design: ORESTE DI CRISTINO

ELISABETH ALLI

Alla fine di ottobre, l’European Athletic Association ha assegnato il titolo di miglior atleta dell’anno 2022 a tre giovani stelle nascenti dell’atletica leggera: l’olandese Femke Bol (classe 2000), specialista dei 400 metri a ostacoli; lo svedese Armando Duplantis (classe 1999), re indiscusso del salto con l’asta; e il norvegese Jakob Ingebrigsten (classe 2000), specialista dei 1500 e 5000 metri.

Nel comunicato stampa della federazione si leggeva che il trio è riuscito a vincere nove titoli importanti durante la stagione, tra cui sei medaglie ai recenti Campionati europei di atletica leggera di Monaco.

Le discipline di Femke, Jakob e Armando hanno poco (o nulla) in comune tra loro, così come quelle di Carlos Alcaraz (classe 2003) – che nel settembre 2022 diventerà il più giovane numero uno nella storia del tennis – e Max Verstappen (classe 1997), campione del mondo di Formula 1. Altrove, Eileen Gu (2004), che ha scelto la nazionalità della madre, ha entusiasmato l’intera Cina agli ultimi Giochi Olimpici di Pechino vincendo un argento e due ori nello sci stile libero (Freestyle Skiing), diventando la più giovane campionessa olimpica di sempre in questa disciplina.

Generazione “Z“ – ARMANDO DUPLANTIS (Norvegia), classe 1999. Campione mondiale ed europeo di salto con l’asta; record del mondo nella sua disciplina per tre volte nel 2022, una all’aperto e due al coperto – © Oreste Di Cristino

E poi tantissimi altri esempi di successi sportivi di questa nuova generazione della Swiss Athletics: Ricky Petrucciani (classe 2000), vicecampione europeo nei 400 metri piani, Ditaji Kamboundji (classe 2002), medaglia di bronzo a Monaco nei 100 metri a ostacoli, e Noè Ponti (classe 2001), vicecampione europeo a Roma nei 100 metri farfalla.

Sono loro il fiore all’occhiello del cambiamento di paradigma nel mondo dello sport: la nuova generazione “Z“, identificata tra il 1997 e il 2010. Una generazione che ha frequentato Internet, i social network e la rete prima ancora di imparare a correre. La crisi sanitaria ha solo intensificato la loro connivenza con i dati quantistici, e i giganti dell’industria digitale si sono impegnati a progettare dispositivi che non solo monitorano, espongono ed esaltano la loro vita privata, ma hanno anche contribuito a misurarla nei minimi dettagli.

Generazione “Z“ – DITAJI KAMBUNDJI (Svizzera), classe 2002. Medaglia di bronzo ai campionati europei di Monaco nei 100 metri a ostacoli – © Oreste Di Cristino

Da un punto di vista sportivo, questo ha portato a una codificazione estrema delle loro prestazioni. Infatti, le loro sessioni di allenamento e le loro prestazioni sono state analizzate, digitalizzate e parametrizzate. I dati così raccolti sono stati messi al servizio di una scienza dello sport sempre più all’avanguardia, capace di sviluppare quello che oggi qualcuno chiama l’atleta quantificato. Vale a dire, una figura sportiva il cui peso, altezza, forza, ritmo e reazioni sono stati scansionati da computer sempre più capaci di prevedere il giorno e l’ora precisa del suo picco di forma.

Essendo nata durante un periodo di recessione economica, questa generazione ha sviluppato un nuovo rapporto con il mondo agonistico sportivo. Sono loro che lavorano per vivere e non il contrario. Inoltre, sono più propensi a cercare un’occupazione tra le loro passioni e meno in relazione a uno stipendio elevato. Pertanto, la sfida principale per questa generazione sarà quella di mantenere la motivazione a lungo termine e la necessaria resilienza nei momenti difficili.

Generazione “Z“ – FEMKE BOL (Olanda), classe 2000. Titolo europeo nei 400 metri piani, nei 400 metri a ostacoli e nella staffetta 4×400 metri. Argento ai campionati del mondo di Eugene (USA) – © Oreste Di Cristino

L’allenatore svizzero (Laurent Meuwly) di Femke Bol ha dichiarato alla stampa che l’obiettivo di vincere tre medaglie d’oro nello stesso campionato europeo è stato studiato per motivarla e darle una grande sfida. Allo stesso tempo, Max Verstappen, già sicuro del titolo mondiale nella disciplina l’ultima domenica di ottobre, ha continuato a scrivere la storia della Formula 1 diventando il pilota con il maggior numero di vittorie in una singola stagione. Armando Duplantis, nel salto con l’asta, si pone l’obiettivo di battere il record del meeting a ogni gara, che vince saltando un’asticella venti centimetri più alta (in media) dei suoi avversari, prima di affrontare il record mondiale. E tutto questo trasportato dall’entusiasmo del pubblico.

Un pubblico che senza dubbio è pronto a investire e sostenere questa categoria di atleti quantistici, anche se dovrà farlo con una mentalità completamente nuova. I tifosi e gli sponsor, cullati dagli atleti del (ormai) passato – Roger Federer o Serena Williams, che hanno segnato due decenni di sport – potrebbero doversi aspettare che la nuova generazione di atleti « Z » non avrà la stessa durata. Né la stessa longevità.

La versione francese la trovate qui