Il 2024 è l’anno del TURISMO delle RADICI: un progetto che abbraccia anche Sant’Angelo del Pesco della Regione Molise.
Nel 2024, il Ministero degli Esteri italiano ha lanciato il progetto 𝗧𝘂𝗿𝗶𝘀𝗺𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗥𝗮𝗱𝗶𝗰𝗶, un’iniziativa mirata ad attrarre persone di origine italiana residenti all’estero. Sant’Angelo del Pesco situato nella regione Molise e caratterizzato da una percentuale di emigrati molto alta rispetto alla popolazione residente, rappresenta una delle realtà più significative di questa iniziativa.
Il legame profondo e la passione per le tradizioni e la cultura italiana coinvolgono molti emigrati, incluse le nuove generazioni con un passaporto diverso da quello italiano. L’amministrazione comunale di 𝗦𝗮𝗻𝘁’𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗣𝗲𝘀𝗰𝗼, guidata dalla sindaca Nunzia Nucci, ha presentato il progetto “𝗥𝗶𝘀𝗰𝗼𝗽𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗦𝗮𝗻𝘁’𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗣𝗲𝘀𝗰𝗼 𝗲 𝗶𝗹 𝗠𝗼𝗹𝗶𝘀𝗲“, finalizzato alla valorizzazione del territorio.
Grazie a questo progetto, il comune è stato selezionato per fregiarsi del titolo di 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗲𝗮 – 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗿𝗮𝗱𝗶𝗰𝗶 𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗲, un onore condiviso con altri 850 comuni italiani con una popolazione non superiore ai 6000 abitanti. Questa designazione celebra l’impegno di 𝗦𝗮𝗻𝘁’𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗣𝗲𝘀𝗰𝗼 nel mantenere vive le proprie radici culturali e nel promuovere il patrimonio locale, offrendo agli emigrati e ai loro discendenti l’opportunità di riscoprire le proprie origini.
SANT’ANGELO DEL PESCO. La chiesa della Madonna del Carmelo sorge solitaria tra le braccia della natura. Contro il cielo in tumulto, il campanile sfida il tempo, vegliando in eterna quiete sul respiro silenzioso della campagna. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino
SULLE TRACCE DELLE PROPRIE RADICI
Riscoprire le proprie origini in un piccolo paese dell’Alto Molise, diventa una metafora della storia di ogni piccola comunità e di ogni emigrante che ha lasciato il proprio paese in cerca di un avvenire migliore. La narrazione di questo luogo è un intreccio di emigrazione e rinascita, uno specchio di speranza e di lotta per un futuro più promettente. Qui, si riflettono le storie di vite che si sono spente e di altre che continuano a nutrirsi di resilienza e orgoglio. Questo racconto non è solo un tributo a Sant’Angelo del Pesco, ma un riconoscimento a tutte quelle piccole realtà che, nonostante le sfide, perseverano nel tempo.
SANT’ANGELO DEL PESCO. Antica pietra e memorie d’acqua: il vecchio lavatoio pubblico giace silente, testimone di echi e risate, di storie tessute tra saponate e sciacqui, ancorato nel cuore pulsante del paese come una reliquia di un tempo condiviso. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino
In una trama affascinante, un giovane italo-americano, neolaureato alla Pennsylvania State University, intraprende un viaggio alla scoperta delle sue radici. Questo pellegrinaggio personale lo porta in un paese nell’Alto Molise: il paese natale dei suoi antenati. Spinto da un’intensa passione, si immerge nella storia e nelle tradizioni del luogo, avviando un percorso di riconnessione con il passato dei suoi antenati e le sue origini.
SANT’ANGELO DEL PESCO. Dal vicolo stretto e tra facciate che sussurrano storie antiche, il campanile emerge con la sua pietra secolare, canta il passaggio del tempo, osservando le giornate che si sciolgono nelle ombre del paesello. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino
Sebbene per lungo tempo l’interesse per il paese dei suoi antenati fosse rimasto latente, un desiderio persistente di esplorare le proprie radici agitava la mente del giovane. Una voce interiore gli sussurrava che, prima o poi, sarebbe tornato. Era consapevole che quel richiamo rappresentava una profonda necessità di riconnettersi con le sue origini e riscoprire ciò che realmente gli apparteneva. Ora, quel momento era finalmente arrivato. Sant’Angelo del Pesco lo attendeva, pronto a svelargli i suoi segreti e a nutrire la sua anima.
Ogni angolo di Sant’Angelo del Pesco si rivela un frammento di storia, che si inserisce con delicatezza nel mosaico della sua identità. I vicoli stretti e le antiche case di pietra sussurrano storie di famiglie, di sacrifici e di sogni interrotti, tessendo la narrazione di un passato che ancora palpita nelle strade del paese.
SANT’ANGELO DEL PESCO. La piazza, il cuore pulsante del paese, s’incornicia tra i rami in fiore, ospitando il bar, crocevia di voci e aromi di caffè. Qui si intrecciano le storie quotidiane, in un dialogo costante tra la quiete delle case e il brusio della vita comunitaria. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino
L’emigrazione ha lasciato un’impronta indelebile sul paese, intrecciandosi strettamente con la sua storia. In ogni abitazione, fotografie sbiadite ritraggono giovani che partivano, animati dal sogno di una vita migliore oltreoceano o al di là delle Alpi. Questi emigranti, coraggiosi e con il cuore spezzato, lasciavano il paese portando con sé la speranza di costruire un avvenire migliore per sé e per le proprie famiglie.
Nonostante le numerose partenze, la vita in paese non si è mai fermata. Gli anziani rimasti, veri custodi della memoria collettiva, hanno preservato e tramandato storie e tradizioni di un’epoca remota. Nel cuore di questa piccola comunità, i figli degli emigrati che fanno ritorno ritrovano le proprie radici, scoprendo parenti fino ad ora sconosciuti. Questi ultimi, con orgoglio e resilienza, continuano a sostenere e a far progredire la comunità.
SANT’ANGELO DEL PESCO. Il cuore del Colle della Lama. Un muro di pietra, segnato dal tempo, custodisce una pinetina e l’intimità delle case che si affacciano sulla scena. Qui, il silenzio parla più di mille voci, in un dialogo senza parole – vivisantangelo / Oreste Di Cristino
Dal cuore di Pittsburgh in Pennsylvania fino alle vette dell’Appennino dell’Alto Molise, il nostro giovane protagonista ci guida in un viaggio appassionante attraverso una regione affascinante ma poco esplorata: il Molise. Con il suo racconto, egli apre una finestra sulla bellezza, la cultura e la storia di questo luogo, illuminando i tesori nascosti che fanno di Sant’Angelo del Pesco e del Molise delle destinazioni veramente speciali.
Oggi, Sant’Angelo del Pesco non è solo testimone della storia di un piccolo paese, ma diventa il simbolo di ogni comunità che ha affrontato le sfide della guerra, dell’emigrazione e della lotta per rinascere. Rappresenta un monito a non dimenticare le proprie radici e, al contempo, un invito a guardare al futuro con speranza e determinazione. La sua è una storia universale, che trova eco in numerosi paesini dimenticati, dove le vite si intrecciano in un continuo alternarsi di partenze e ritorni, di emozioni contrastanti e del desiderio di cambiamento.