Un viaggio lungo e affascinante attraverso le infinite strade degli Stati Uniti. La monotonia dei rettilinei interminabili viene interrotta solo da rapide soste e incontri fugaci, momenti che all’apparenza sembrano irrilevanti, ma che finiscono per imprimersi nella memoria. Sono istanti brevi, quasi impercettibili, eppure capaci di dare profondità a un’esperienza che si trasforma, chilometro dopo chilometro, in un mosaico di emozioni e riflessioni.
Partiti da Eugene nell’Oregon, percorrevamo la leggendaria Interstate 5, l’arteria principale che attraversa la costa occidentale degli Stati Uniti lungo il Pacifico. Questa iconica autostrada interstatale si snoda da nord a sud, collegando le terre di confine tra Canada e Stati Uniti a quelle al limite con il Messico. Partendo da Seattle, nello Stato di Washington, l’Interstate 5 attraversa città emblematiche come Portland ed Eugene, nell’Oregon, per poi tuffarsi nel cuore pulsante della California, toccando metropoli come Sacramento e Los Angeles, fino a sfiorare la frontiera messicana. Un viaggio che abbraccia paesaggi mozzafiato e culture diverse, lungo una delle strade più simboliche degli Stati Uniti d’America.
L’asfalto scivolava rapido sotto le ruote, mentre il sole, sorgendo, mutava il paesaggio, dipingendo il cielo di sfumature blu intense, con striature color arancio che sembravano incendiarsi all’orizzonte.
OREGON, CALIFORNIA, NEVADA (USA) – …partiti da Eugene nell’Oregon, ci si immette sulla leggendaria Interstate 5, l’arteria principale che percorre la costa occidentale degli Stati Uniti, seguendo il profilo del Pacifico. – leMultimedia.info / Oreste Di Cristino
Lasciammo l’Interstate 5 e ci fermammo in una piccola stazione di servizio sperduta nel nulla, nei pressi di Medford, Oregon. L’insegna al neon tremolava debolmente, un vecchio jukebox e dietro il bancone, un uomo dal volto segnato dal tempo ci accolse con un semplice cenno del capo. Un drink veloce e una breve pausa bastarono per raccogliere i pensieri e prepararci al tratto di strada che ancora ci aspettava. Seduti su una panca di legno, osservavamo il silenzio di quel luogo sospeso nel tempo, un angolo dimenticato dove la frenesia del mondo sembrava non esistere.
In un angolo del piccolo bar, sedeva un ragazzo, con poche cose sulle spalle e un sorriso stanco ma sincero. Si avvicinò con fare gentile, cercando qualche informazione sulla nostra destinazione. Ci raccontò che stava viaggiando in autostop lungo la stessa strada, anche se la sua meta era diversa. Era arrivato lì pochi giorni prima, proveniente da chissà dove, e ora puntava deciso verso sud.
“Dove siete diretti?“ ci chiese, il suo accento marcatamente americano, aggiungeva una nota familiare alla scena.
“Stiamo andando a sud,“ rispondemmo, “per poi deviare verso est, per il Nevada.“
“E tu?“ aggiungemmo, incuriositi. “Qual è la tua destinazione?“
Lui sorrise, scrollando le spalle. “Dove mi porta la strada,“ rispose con una leggerezza che sapeva di libertà.
OREGON, CALIFORNIA, NEVADA (USA) – …riprendemmo il viaggio verso sud, con la strada che si allungava davanti a noi, dissolvendosi nell’orizzonte lontano. Il paesaggio, in continua trasformazione, svelava gradualmente la sua bellezza selvaggia. – leMultimedia.info / Oreste Di Cristino
Il ragazzo ci raccontò di non avere una meta precisa. Il suo unico obiettivo era proseguire verso sud, spingendosi il più lontano possibile, magari fino a qualche città ai confini col Messico. Viaggiava affidandosi alla fortuna, cercando passaggi di chi, come noi, condivideva un pezzo di strada. La sua voce tradiva un misto di determinazione e spensieratezza, tipico di chi ha deciso di lasciarsi trasportare dal viaggio senza troppe aspettative.
Dopo un rapido controllo sulla mappa, la decisione fu presa: avremmo potuto accompagnarlo fino a Natomas, il punto in cui avremmo lasciato l’Interstate 5 per imboccare l’Interstate 80 verso il Nevada. Il ragazzo salì a bordo senza esitazioni, e insieme riprendemmo la marcia verso sud. La strada si distendeva davanti a noi, perdendosi nell’orizzonte lontano, mentre il paesaggio continuava a trasformarsi, rivelando la sua bellezza selvaggia. Ogni miglio sembrava portare con sé la promessa di nuove avventure, tracciando il filo invisibile di un viaggio ancora tutto da scrivere.
Il giovane, di tanto in tanto, rompeva il silenzio con racconti che spaziavano tra tutto e niente. Il suo entusiasmo per le piccole cose era contagioso. Parlava con vivacità di città lontane, di incontri con persone stravaganti, dipingendo scene che sembravano uscite da un romanzo di viaggio.
Sebbene per gran parte del tragitto fosse rimasto silenzioso, lentamente si aprì, condividendo con noi scorci della sua vita semplice. Ci parlò dei suoi sogni, delle sue scelte in cerca di una libertà più autentica, ma anche delle sue paure, quelle che ogni viaggiatore porta con sé. Era una conversazione intima, sospesa tra la strada e l’orizzonte, che rivelava l’animo sincero di chi viaggia non solo per scoprire il mondo, ma anche se stesso.
OREGON, CALIFORNIA, NEVADA (USA) – …ogni miglio pareva custodire la promessa di nuove avventure, tessendo il filo invisibile di un viaggio ancora tutto da scrivere. – leMultimedia.info / Oreste Di Cristino
Per tutto il tragitto abbiamo condiviso l’asfalto, qualche sosta lungo il percorso e il silenzio immobile di una strada monotona e deserta, che ci trascinava verso sud. Dopo oltre cinque ore di guida, un cartello ci segnalò che mancavano circa dieci miglia a Natomas, il punto in cui avremmo abbandonato l’Interstate 5 per imboccare l’Interstate 80, verso il Nevada.
Arrivati nei pressi di Natomas, ci fermammo in una zona tranquilla e poco trafficata. Fu l’occasione per un’ultima pausa e una breve conversazione prima che il giovane scendesse. Con un sorriso e un cenno di ringraziamento, raccolse il suo zaino, pronto a proseguire il suo viaggio verso il sud.
Ci salutammo come vecchi amici, uniti per un attimo dalla casualità del viaggio. Con il segno di pace e un sorriso malinconico, ci scrutava, consapevole che le nostre strade non si sarebbero mai più incrociate. Quella notte l’avrebbe trascorsa lì, ai margini di una strada solitaria, riparandosi sotto un ponte. All’alba, avrebbe ripreso il cammino, libero da mappe e programmi, lasciandosi guidare dal ritmo irregolare della strada e dal desiderio incessante di inseguire la libertà.
OREGON, CALIFORNIA, NEVADA (USA) – …ci fermammo in un’area tranquilla e poco trafficata, cogliendo l’occasione per un’ultima pausa e una breve chiacchierata… – leMultimedia.info / Oreste Di Cristino
Mentre la nostra auto si allontanava, lo intravedemmo nello specchietto: ci osservava con uno sguardo sorridente, ma intriso di malinconia. Forse, per lui, quel breve incontro aveva assunto un significato speciale, un piccolo punto di riferimento in una vita semplice ma complicata. Incontrare persone così diverse, provenienti da un mondo lontano dal suo, sia per cultura che per visione della vita, aveva probabilmente lasciato un segno, come una pausa di respiro in un cammino solitario. Lo osservammo allontanarsi, prima di rimetterci in marcia verso la nostra destinazione
Un saluto e la promessa implicita che, lungo il cammino, ogni incrocio porta con sé una storia da ricordare:
“Goodbye, my friend. Perhaps one day we will meet again, by chance, as it naturally happens. Good luck on your journey, simple yet unique and special. Have faith and believe in yourself: you are young and, most importantly, happy. Maybe, in this fast-paced and complicated world, the path you’ve chosen could be the right one. After all, the destiny of each of us is shaped by the choices we make. Goodbye, my friend.“
“Arrivederci, amico mio. Forse un giorno ci rincontreremo, per caso, com’è naturale che sia. Buona fortuna per il tuo viaggio, semplice ma unico e speciale. Abbi fede e credi in te stesso: sei giovane e, soprattutto, felice. Forse, in questo mondo frenetico e complicato, la strada che hai scelto potrebbe essere quella giusta. In fondo, il destino di ciascuno di noi si costruisce attraverso le nostre scelte. Arrivederci, amico mio.“
OREGON, CALIFORNIA, NEVADA (USA) – …soddisfatti e sereni, riprendemmo il nostro viaggio, verso il Nevada. – leMultimedia.info / Oreste Di Cristino
Un congedo carico di emozioni che, pur nella sua semplicità, sembrava contenere l’essenza di ogni parola non detta. Un arrivederci che risuonava come un ponte sospeso tra ciò che è stato e ciò che verrà, un sigillo su un legame destinato a sopravvivere alla distanza e al tempo.
Soddisfatti e sereni, riprendemmo il nostro viaggio, verso il Nevada. Quel breve incontro ci aveva lasciato una lezione preziosa: anche lungo i percorsi più solitari, c’è sempre qualcuno che, per un tratto, condivide il tuo mondo, fosse anche solo per un breve istante, prima che le strade si separino di nuovo.