Il rito del fuoco nella notte di Natale a Sant’Angelo del Pesco

SANT'ANGELO DEL PESCO, MOLISE. Magico più che mai il mio paesello per le feste di Natale. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino

L’avvicinarsi del periodo natalizio, più di qualsiasi altra stagione dell’anno, riporta in primo piano antiche tradizioni le cui radici affondano in epoche lontane. Pratiche legate alla fede cristiana si intrecciano con rituali più antichi, acquisendo nuovi significati alla luce del messaggio cristiano.

SANT’ANGELO DEL PESCO, MOLISE. Accumuli di legna, pronti a infondere calore e luminosità alla festività natalizia. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino

Un esempio emblematico è rappresentato dalla consuetudine di accendere il pittoresco e tradizionale fuoco nella serata della vigilia di Natale. Anche in passato, era la piazza a fungere da sede per la catasta di legna, alla quale l’intera comunità contribuiva nel recupero di fascine e ceppi. Talvolta, questo coinvolgeva anche contributi finanziari per l’acquisto della legna.

SANT’ANGELO DEL PESCO, MOLISE. Dopo intensi giorni di impegno, giunge finalmente il tanto agognato 24 dicembre, accompagnato dal suo consolidato rituale. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino

Le fiaccolate del passato

A Sant’Angelo del Pesco, nel corso degli anni, persiste ancora questa antica tradizione popolare, sebbene sia meno vivida rispetto al passato. In epoche precedenti, giovani provenienti da ogni quartiere del paese si impegnavano nella ricerca dei ceppi. L’espressione caratteristica utilizzata per chiedere un pezzo di legno alle famiglie era: “vulet da’ n’ po’ d’ lena p’ l’ bambniell?“ (volete dare un po’ di legna per il bambinello? » Questa pratica era legata al passato, quando la partecipazione attiva dei giovani nel reperimento della legna era più diffusa.

SANT’ANGELO DEL PESCO, MOLISE. Nel tardo pomeriggio, tutto è pronto per la cerimonia di accensione. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino

Dopo aver raccolto legna e ceppi, la comunità si riuniva in piazza per accendere l’imponente falò. Il paese si animava di persone, con splendide decorazioni, piccoli presepi e vicoletti addobbati a festa. All’accompagnamento di canti natalizi, si dava inizio al tradizionale fuoco. Da qui, i “capi fiaccola“ prendevano le loro torce e diffondevano il fuoco, accendendo le altre fiaccole e piccoli fuochi sparsi nel centro storico (Via Chiesa Vecchia) e in tutti gli altri quartieri del paese.

SANT’ANGELO DEL PESCO, MOLISE. All’imbrunire, il rito solenne che sancisce l’avvio ufficiale dei festeggiamenti natalizi. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino

In questa notte magica a Sant’Angelo del Pesco, in ogni angolo del paese si accendevano fuochi, con la gente che si impegnava a realizzare il più bello e duraturo. Nel frattempo, molte cose sono cambiate, ma la volontà di preservare la tradizione è rimasta intatta: oggi, molti quartieri del paese risultano disabitati durante l’inverno, ma per mantenere viva una delle tradizioni natalizie più significative, si continua a accendere il fuoco tradizionale.

SANT’ANGELO DEL PESCO, MOLISE. In piazza, di fronte alla chiesa parrocchiale, Sant’Angelo si accende per Natale. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino

La notte magica del 24 dicembre

Con lo stesso spirito dei tempi ormai remoti, quando tutti trepidavano nell’attesa dell’evento, anche oggi la legna, raccolta nei boschi circostanti, viene trasportata in piazza per la creazione di una catasta a forma di piramide che viene accesa nella serata della vigilia.

SANT’ANGELO DEL PESCO, MOLISE. In piazza, il fuoco di Natale è destinato a bruciare per l’intero periodo festivo fino al nuovo anno. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino

Dopo giorni di preparativi, giunge il tanto atteso momento con il suo rituale, uno spettacolo intriso di magnetismo e suggestione. Questo evento spettacolare unisce l’intero paese e segna il vero inizio delle festività natalizie. La sera della vigilia, i santangiolesi si riuniscono in piazza, di fronte alla chiesa parrocchiale, per accendere il fuoco di Natale, destinato a bruciare per l’intero periodo festivo fino al nuovo anno. Secondo la tradizione, la cerimonia di accensione si svolge al crepuscolo, precedendo la consueta cena della vigilia e la suggestiva messa di mezzanotte. La piramide di legna viene benedetta dal parroco del paese, in presenza del sindaco e di tutti i cittadini.

SANT’ANGELO DEL PESCO, MOLISE. Il fuoco di Natale, nel suo massimo splendore, offre uno spettacolo visivo che si configura come un’autentica esplosione di gioia e meraviglia. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino

La serata prosegue con il suono delle ciaramelle e delle zampogne, l’arrivo di Babbo Natale che dispensa doni ai bambini e la degustazione di prodotti locali avvolti dal profumo avvolgente del « vin brulé ». Il fuoco diventa il luogo di incontro per tutti i santangiolesi, dove trascorrono il tempo fino a tarda notte, condividendo un’atmosfera familiare che unisce l’intera comunità. Attorno al fuoco si ritrova il paese, il suo passato e la sua storia. Un’esperienza che ci riconnette alla religiosità più autentica, lontana dal consumismo natalizio e dalla frenesia delle festività, ma capace di riscaldare il cuore di tutti coloro che assistono e partecipano intensamente all’evento.

SANT’ANGELO DEL PESCO, MOLISE. Il fuoco di Natale, un rifugio accogliente e un’occasione unica per condividere il calore dell’affetto durante le festività. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino

Una tradizione dalle radici profonde, trasmessa con gioia e dedizione alle generazioni successive. Fin dall’inizio del mese, giovani e meno giovani si riuniscono per organizzare come e dove procurarsi grandi tronchi da sistemare nell’angolo della piazza di fronte alla chiesa parrocchiale. Nei giorni precedenti, già dalle prime ore del mattino, è possibile osservare giovani e anziani preparare i propri mezzi per caricare i tronchi e dar vita al tradizionale fuoco di Natale.

SANT’ANGELO DEL PESCO, MOLISE. Il giorno successivo, la sera di quel 25 dicembre, la neve fresca copriva già tutto. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino

Il fuoco di Natale, carico di un profondo significato simbolico, rappresenta la luce che dissipa le tenebre con la nascita di Cristo. Secondo la tradizione, il falò della vigilia viene acceso con l’intento di accogliere con calore il Bambino Gesù. Dopo la Santa Messa di mezzanotte, è consuetudine portare a casa un piccolo tizzone acceso dal fuoco per alimentare il proprio focolare, simboleggiando auspici di buon augurio.

SANT’ANGELO DEL PESCO, MOLISE. Nei giorni successivi, sotto la neve, il fuoco si stava gradualmente spegnendo. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino

Ed è questo è il momento in cui l’anima si riscalda e ci si sente un po’ bambini di nuovo, poiché queste tradizioni rappresentano un rituale imprescindibile! La voglia di famiglia è ancora intensa, e la gioia di riscoprire, anno dopo anno, le antiche tradizioni natalizie è profondamente sentita. Una tradizione che merita di essere preservata anche in futuro.

SANT’ANGELO DEL PESCO, MOLISE. Il fuoco si attenuava sempre di più, e restava incerto se, per l’Epifania, il bambinello avrebbe ancora potuto trovare il calore di quel fuoco. – vivisantangelo / Oreste Di Cristino

Nonostante nel corso del tempo alcuni di questi eventi abbiano perso parte del loro significato originario, la nostra comunità li abbraccia con affetto, poiché rappresentano un prezioso legame con le nostre radici, tradizioni e storia e contribuiscono a preservare e rendere significative queste fondamenta, mantenendo vive le connessioni con il passato.