Johnny e il suo paesello

Sant'Angelo del Pesco, il Monumento ai Caduti. Un custode alato che si staglia contro il cielo notturno, illuminato in una luce dorata che mette in risalto il suo imponente profilo. I nomi incisi sui suoi pannelli non sono solo ricordi, ma promesse di ricordo eterno, onorando la vita e il sacrificio dei militari e dei civili di tutte le guerre. – vivisantangelo - Oreste Di Cristino

Un paese appeso a una collina, dove il tempo sembra essersi fermato. Il campanile del paese, alto e imponente, è lì a testimoniare un passato legato a una tradizione contadina di fede cattolica, ma anche alla forza della comunità capace di superare ogni difficoltà per mantenere vivo il suo orgoglio.

Sant’Angelo del Pesco. Incastonata nel cuore del paese, la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo si erge con il suo campanile sfidando il cielo. Il contrasto tra l’antico muro in pietra e l’intonaco rosa delle abitazioni circostanti è come una metafora visiva del dialogo continuo tra passato e presente. – vivisantangelo – Oreste Di Cristino

C’è però un po’ di malinconia che aleggia nell’aria. Un paese, quasi dimenticato dal mondo, che porta con sé il peso del passato. Case antiche, piccole e malandate, che abbracciano le stradine e i vicoli stretti. I loro tetti di un colore rosso scuro contrastano armonicamente il verde selvaggio circostante. L’armonia tra l’uomo e natura è ancora oggi quasi perfetta.

Sant’Angelo del Pesco, Via Dante Alighieri. Una casa antica e vissuta: le sue pietre scure e il suo intonaco screpolato, narrano storie di tempi passati. Le sue finestre e la sua porta color turchese conservano tracce di un passato vivace. Il fascino del decadimento. – vivisantangelo – Oreste Di Cristino

Le campane, una volta, suonavano ogni mattina e invitavano i contadini a prendersi cura dei campi e delle loro bestie, e ogni sera, annunciavano l’ora della preghiera, e in occasione delle grandi festività religiose, suonavano all’unisono come a voler unire le voci di tutti i fedeli del paese in una sola preghiera: tutto ciò non c’è più. Un paese che avrebbe ancora tanto da offrire ma i suoi tesori più belli sono nascosti. Solo chi ci ha vissuto e ci vive ancora conosce bene le emozioni e a volte anche le delusioni che questo luogo ha suscitato nel passato.

Sant’Angelo del Pesco, la chiesa della Madonna del Carmelo. L’antica chiesa illuminata da luci soffuse che ne esaltano l’architettura sacra. La balaustra in pietra conduce lo sguardo verso l’alto, dove la croce sembra catturare la luce della notte, evocando un senso di pace e di eternità. – vivisantangelo – Oreste Di Cristino

Ed è proprio quello che risente Johnny guardando il campanile dalla sua finestra quando torna al suo paese. In tenera età e figlio di quella emigrazione che ha svuotato il piccolo paese, intraprende il suo primo, duro e faticoso viaggio della sua vita, in piena adolescenza. Erano i tempi dell’emigrazione di massa e il paese era alla ricerca di fortuna in terre straniere. Per Johnny, iniziava un duro lavoro di integrazione in un altra cultura, in un altra lingua e in un altro modo di vivere.

Sant’Angelo del Pesco, “Cafè i 4 Mori“. Un angolo di vita notturna nella tranquilla piazza. Il bar si fa sentinella all’entrata di Via Madonna, illuminata dalla luce dei lampioni che gettano ombre morbide sulle facciate delle case. Qui, nel bar, la storia incontra il quotidiano, in un connubio che parla di comunità e tradizione. – vivisantangelo – Oreste Di Cristino

Il cuore di Johnny, ogni volta che torna, è sempre diviso tra la felicità di ritrovare i suoi luoghi e la sua gente e la tristezza di vedere le case ormai abbandonate e i vicoli sempre più vuoti. Ma ogni volta, Johnny ritrova sempre qualcosa di magico. Qualcosa che riesce a far battere forte il cuore di chi intraprende un viaggio a ritroso, un viaggio indietro nel tempo. Passeggia per le stradine, quasi tutte in salita, per i vicoli stretti, per gli angoli nascosti che per lui diventano un mondo misterioso di case disabitate in una solitudine quasi selvaggia, ma un mondo che parla costantemente della sua infanzia.

Sant’Angelo del Pesco, Via Vittorio Emanuele III. Un vicoletto riposante in una giornata di sole, con case che condividono segreti secolari. Una signora seduta davanti la sua casa osserva la vita che si snoda lentamente, mentre le ombre giocano sul selciato e la brezza porta i sussurri delle montagne all’orizzonte. – vivisantangelo – Oreste Di Cristino

Passeggia molto di notte sotto la luce dei lampioni, una volta bella, gialla e soffusa. Lo fa nella solitudine delle strade quando tutto è calmo e silenzioso andando alla ricerca di quel qualcosa che purtroppo non c’è più. Ripercorre storie belle e malinconiche, ma tutto quello che vede sono semplici casette vuote, piene di piacevoli e bellissimi ricordi e tanta nostalgia. Ma nei colori della notte Johnny si sente bene con se stesso e trova il tempo della riflessione e della meditazione.

Sant’Angelo del Pesco, le Tre Croci. Una terrazza naturale che si apre verso l’infinito. Il contrasto tra l’opera dell’uomo e la vastità del cielo è accentuato dalle linee elettriche che tagliano l’azzurro, conducendo lo sguardo verso l’orizzonte dove la luce solare si fa strada tra nuvole danzanti, promessa di un panorama che mozza il fiato. – vivisantangelo – Oreste Di Cristino

Fotografa tutto quello che vede, in momenti di rito quasi religioso. Forse perché l’intensità del legame che lui sente per questo luogo è troppo forte o forse è semplicemente il luogo dove sono raccolti e custoditi i suoi ricordi più belli. Ricordi della sua famiglia. Ricordi vissuti che lui stesso non può distruggere. Girovaga, pensa, riflette, medita, fotografa, ma tante cose non ci sono più, e nella sua mente, solo con se stesso, vaga continuamente il pensiero: « e pensare, che io, in una di queste case ci sono nato e forse era pure di notte. »

Sant’Angelo del Pesco, Vico I di Via Madonna. Tra le mura silenti di un vicolo nascosto, dove il sole disegna chiaroscuri sulle facciate di case disabitate che custodiscono storie dimenticate. Una stradina poco battuta di un paese ricco di segreti. – vivisantangelo – Oreste Di Cristino

Di giorno, invece, per Johnny, i grigi del paesello, diventano luminosissimi come tutte le cose che lui ama di più. La chiesa, il bar, la scuola (che non c’è più), il monumento, la piazza, il campanile, il cimitero, le emozioni, le illusioni. Un profilo di un paese dove ancora oggi si conserva un’atmosfera paesana tipica di un posto un po’ fuori dal mondo. Il legame è intenso e molto profondo. Johnny si rende conto che il tempo è passato e le cose sono cambiate. I campi non sono più fertili, i contadini non ci sono più, le campane del campanile risuonano sempre meno spesso. Rimane il campanile che per lui è sempre il simbolo della sua infanzia, il legame con il passato che lo rende orgoglioso e gli ricorda sempre dove lui è nato.

Sant’Angelo del Pesco, Via Madonna. Case disabitate si ergono nel cuore del paese. I loro muri, erosi dal tempo, sono le silenziose testimonianze di vite e memorie che furono. La loro presenza è un ponte fra il presente e il passato, dove ogni pietra e ogni finestra vuota ha ancora tanto da raccontare. – vivisantangelo – Oreste Di Cristino

Johnny raccoglie tutti questi elementi, li mette insieme, li miscela, li trascrive in immagine e fa nascere un libro, dove, nel suo formato regalo e nella sua custodia, elegante e de luxe, fa emergere tutta la bellezza del suo paese natale. Una bellezza che la mostra al mondo intero come se volesse richiamare l’attenzione su un gioiello di grande valore che sembrava fosse andato perduto. Per Johnny è stata una sfida che non poteva non accettare.

Particolari in libreria a Sant’Angelo del Pesco, in piazza sotto il porticato. Una libreria incastonata nel tessuto storico del paese, dove i volumi riposano sui ripiani come custodi del sapere, dialogando con la quiete della piazza sottostante. Qui, sotto il porticato, le pagine dei libri si mescolano alla vita quotidiana, in un connubio di cultura e comunità. – vivisantangelo – Oreste Di Cristino

Johnny, l’emigrante adolescente, oggi viaggia per il mondo, in terre lontane ed estreme, in altri angoli del pianeta, alla scoperta di luoghi, anch’essi un po’ fuori dal mondo. Porta sempre stretto in sé la sua cultura paesana, ma soprattutto quel paesino di montagna dell’entroterra molisana che per Johnny sarà sempre il luogo che gli ha insegnato il valore della semplicità, il luogo che gli ha dato la vita.