Breve biografia di un giovane regista palestinese

Il giovane regista palestinese Wisam Al Jafari al Festival del Cinema Palestinese “PFC'E - Palestine, Filmer C'est Exister“ - © Oreste Di Cristino [Ginevra, 4 dicembre 2022]

Ginevra, 4 dicembre 2022

Nell’ambito del festival del cinema palestinese “Palestine, Filmer C’est Exister“ abbiamo incontrato a Ginevra il giovane regista palestinese Wisam Al Jafari. Un bellissimo pomeriggio passato insieme: una interessante intervista, una lunga chiacchierata, un buon caffè e tanta voglia di raccontare la sua Palestina, le sue storie e i suoi film. Ha dato ampio spazio alla sua visione, alla sua creatività, alla sua immaginazione, all’umorismo, alle sue convinzioni, ma soprattutto alle sue speranze e di tutti quelli che vivono in Cisgiordania, a Gaza e nei Paesi d’esilio che li hanno ospitati.

Ecco il racconto:

Wisam Al Jafari nasce nel 1992 nel campo profughi di Dheisheh a sud di Betlemme in Cisgiordania. Scopre la fotografia durante un workshop della scuola UNRWA all’età di 15 anni. Durante gli studi di cinema all’Università Dar Al-Kalima di Betlemme e dopo la laurea, Wisam Al Jafari ha lavorato in molti film come assistente alla regia, direttore di scena, assistente alla macchina da presa e tecnico del suono. Dirige lui stesso Congratulations For the New Wall Paint (2017) e i film sperimentali Wall e Mask (2018).

Wisam Al Jafari, regista palestinese al Festival del Cinema Palestinese di Ginevra “PFC’E – Palestine, Filmer C’est Exister“ – © Oreste Di Cristino [4 dicembre 2022]

Nel 2019 entra nella selezione ufficiale del Festival di Cannes con il cortometraggio “Ambience“, uno dei 17 cortometraggi studenteschi su 2.000 selezionati da Cinefondation. Vince il terzo premio.

« Come terza generazione, ho cercato di esprimere la mia vita quotidiana in un campo profughi, sperando di cambiare l’immagine stereotipata di un luogo povero o ignorante in cui vivere. Il campo non è un ostacolo alla produzione artistica e culturale. Nonostante la mancanza di privacy, il rumore costante dei vicini o delle bombe, le interruzioni di corrente, è un luogo di ispirazione per i giovani. Il campo è in grado di creare la vita dal nulla e di perseguire un ideale… se esiste. »

“PFC’E – Palestine, Filmer C’est Exister“ – Wisam Al Jafari, regista palestinese al Festival del Cinema Palestinese di Ginevra durante un’intervista con Yves Di Cristino di leMultimedia.info – © Oreste Di Cristino [4 dicembre 2022]

Un cortometraggio girato nel campo profughi di Dheisheh, a sud di Betlemme, dove Wisajm Al Jafari è nato e dove tuttora vive. Il dramma ironico: segue due musicisti, Khaled e Ahmed mentre cercano di trovare un posto tranquillo per registrare un brano per un concorso musicale. Ma il rumore del campo impedisce loro di lavorare. Dopo diverse avventure alla ricerca del silenzio, si rendono conto che proprio il rumore è di per sé musica. Il film verrà poi proiettato anche nella sezione Cinema of Tomorrow del Cairo International Film Festival.

Il film presenta elementi dell’assurdo già visti anche in un lavoro del regista Elia Suleiman, suo connazionale, mentre l’eroe setaccia il campo sovraffollato. Il tutto si mescola con una cruda visione della vita del campo profughi, quando le registrazioni sono interrotte dal rumore della gente per strada, dai giochi dei bambini e dal fuoco dell’esercito israeliano durante un’incursione notturna.

« Stavo cercando di ritrarre la mia vita in questo luogo dove 15.000 persone sono schiacciate in un chilometro quadrato », spiega Al Jafari.
« Tutti gli episodi del film sono basati su storie vere, mentre gli eventi sullo sfondo si stavano svolgendo mentre noi giravamo. »

Wisam Al Jafari, regista palestinese al Festival del Cinema Palestinese di Ginevra “PFC’E – Palestine, Filmer C’est Exister“ – © Oreste Di Cristino [4 dicembre 2022]

Wisam Al Jafari ha iniziato a girare film durante l’adolescenza, dopo aver iniziato a “giocare“ con una “Handycam“. Una delle prime cose che ha girato è stata un’intervista a suo nonno.

« Ho iniziato a parlare della sua infanzia e del lontano 1948, quando arrivò al campo profughi dopo che la sua famiglia venne cacciata dal villaggio. Mi sono reso conto del potere della pellicola nel raccontare storie, le nostre storie », racconta Wisam.

Wisam Al Jafari ha poi studiato presso il dipartimento di cinema del Dar al-Kalima University College of Arts & Culture di Betlemme, diretto dal produttore Saed Andoni (Fix Me). Oltre a realizzare i propri film, Wisam Al Jafari collaborava con altri registi in Cisgiordania. Tra le sue collaborazioni figurano The Reports On Sarah And Saleem di Muayad Alayan e, più recentemente, il cortometraggio Selfie Zein di Amira Diab.

Festival del Cinema di Ginevra “PFC’E – Palestine, Filmer C’est Exister“ – © Oreste Di Cristino [4 dicembre 2022]

Il suo prossimo film sarà un documentario su due prigionieri politici che non si sono mai incontrati ma che si sono innamorati grazie alle lettere che si sono scambiati tramite la Croce Rossa. Il film segue la scarcerazione della donna, la loro decisione di sposarsi e i tentativi di far uscire di prigione lo sperma del partner maschile per farle concepire un figlio.

A dimostrazione delle sfide che Wisam Al Jafari deve affrontare in quanto giovane regista palestinese, non riesce a ottenere il visto per recarsi in Egitto per la proiezione del CIFF. Nonostante le difficoltà della vita a Dheisheh, Wisam Al Jafari non ha intenzione di andarsene. Dice che quel posto è una ricca fonte di ispirazione:

« Qui c’è una ricchezza di storie da raccontare ».