Dalla Louisiana… say Hi to Robert Finley!

Robert Finley, between gospel, soul and blues - © Oreste Di Cristino [Blues Rules Crissier Festival, Switzerland]

Gli americani li riconosci dagli stivali in pelle e da un cappello da cowboy in testa. Un bluesman invece, da un organetto in bocca, una chitarra e un whisky. Un accordo in “Do maggiore“ poi e per qualche minuto il Mississippi Blues diventa indistruttibile.

Robert Finley sul palco del Blues Rules Crissier Festival – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

Il Bluesman Robert Finley indossa pure un paio di occhiali scuri, molto scuri, forse per nascondere legittimamente e simbolicamente la sua vista, molto debole. Probabilmente non ha più bisogno di vedere per vivere il suo sogno d’infanzia. Accanto a lui ci sono anche Kent Burnside e Kenny Brown i grandi della musica blues del Mississippi. Strimpellano insieme con una chitarra cantando qualche strofa, ma nel frastuono del luogo non si nota nulla.

Kent Burnside a sinistra, e Kenny Brown a destra, al Blues Rules Crissier Festival – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

È sorprendente vedere come, per loro, un angolo di un bar può diventare un palcoscenico musicale. Un campus universitario da una parte e il blues americano che impone il suo ritmo dall’altra; studenti immersi nella loro memoria da una parte e teste calde musicali dall’altra. Incontrare Robert Finley è stato per noi qualcosa fuori dal comune.

Robert Finley sul palco del Blues Rules Crissier Festival in concerto insieme alla figlia Christy Johnson – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

All’età di dieci anni (1964), Robert Finley cantava nel coro della chiesa di Bernice nella Louisiana. Il suo primo assaggio di Rock ’n’ Roll è venuto guardando Elvis Presley in uno show chiamato « The Ed Sullivan Show“ a casa di sua zia. A undici anni, quando il padre gli da i soldi per un nuovo paio di scarpe, il giovane Robert Finley, torna a casa con una chitarra. Da allora, Robert Finley non ha più smesso di scrivere canzoni.

Robert Finley sul palco del Blues Rules Crissier Festival – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

A 17 anni, Robert Finlay diventa un capogruppo nell’esercito degli Stati Uniti prestando servizio come meccanico aeronautico in Germania. Viene subito riconosciuto come un musicista eccezionale ottenendo un certificato di specializzazione all’interno del suo reparto. Durante la sua permanenza al servizio militare crea un gruppo di musica soul.

Christy Johnson, la figlia di Robert Finley sul palco del Blues Rules Crissier Festival insieme al padre – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

Dopo il servizio militare, torna nella sua città natale di Bernice in Louisiana. Continua a suonare la chitarra da solo, poi come leader di due gruppi gospel, i Brother Finley e le Gospel Sisters. Poco più che ventenne, fu poi assunto come falegname, professione esercitata anche da suo padre. Lavora qua e là come mezzadro, elettricista e idraulico. Una vita che dura diversi decenni, fino a quando la sua vista cede. A sessant’anni, il glaucoma ha interrotto la sua carriera di carpentiere. I medici lo hanno diagnosticato legalmente cieco.

Robert Finley al Blues Rules Crissier Festival – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

Considerato cieco, torna alla sola pratica della musica, l’unica capace di renderlo vivo e fiero. « Ho dovuto perdere la vista per vedere chiaramente il mio destino », sottolinea senza ironia. Fu a quasi 65 anni che riuscì a rendersi famoso al di fuori di Bernice, Louisiana, Arkansas e Mississippi. « Partire lontano da casa è stata la mia migliore possibilità di emergere agli occhi di tutto il mondo », ci spiega. « Tutti i religiosi vi diranno che anche Gesù non fu accolto nel suo stesso villaggio. Eppure altrove era visto come un salvatore. Devi trovare la tua vera identità in un posto diverso da sotto il tuo letto. »

Robert Finley sul palco del Blues Rules Crissier Festival insieme alla figlia Christy Johnson – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

Nel 2016 entra a far parte della Music Maker Foundation vicino a New York. Una fondazione che garantiva che le voci degli artisti venissero ascoltate per scoprire i migliori talenti nella musica made in USA.

Robet Finley al Blues Rules Crissier Festival – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

In questo contesto, Robert Finley è tra coloro che sono riusciti ad emergere come artista rinomato. Nel 2016 è salito sul palco con la Music Maker Foundation Revue al prestigioso Globalfest di New York City. Il 30 settembre dello stesso anno pubblica il suo primo album « Age Don’t Mean a Thing« , registrato a Memphis. L’anno successivo presenta il suo secondo album « Goin’ Platinum« , seguito nel 2021 da « Sharecropper’s Son » Gli ultimi due album sono stati prodotti anche da Dan Auerbach il musicista americano, chitarrista e frontman dei Black Keys. E proprio Dan Auerbach in una serata di festa a Seattle si lascia andare: « Robert Finley è il miglior artista soul che io abbia mai visto. »

Robert Finley al Blues Rules Crissier Festival – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

Cantare e suonare sotto l’effetto del whisky

Nel momento cruciale della sua vita quando Robert Finley perde la vista, perde anche il lavoro di falegname e contemporaneamente anche la moglie che gli chiede il divorzio. Poco tempo dopo, anche la sua casa va in fumo durante un incendio. « È la via di Dio », dice Robert. « In questo modo, Dio mi ha messo sulla strada del blues. »

Robert Finley al Blues Rules Crissier Festival – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

È indubbiamente vero, ed è accertato, che un bluesman non può fare un buon blues se non è abbastanza sfortunato. Quindi questa è la frase di una vita maledetta che risuona nelle orecchie del vecchio Robert Finley e l’unica domanda che si pone nei suoi pensieri è quella dell’età. Da qui nasce il suo titolo Age Don’t Mean a Thing.

Robert Finley al Blues Rules Crissier Festival – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

« Age Don’t Mean a Thing » continua a ripetere Robert. L’età non ha alcuna influenza quando si tratta di realizzare i propri sogni d’infanzia e Robert Finley li ha realizzati all’età di 63 anni. Già a 60 anni, per Robert Finley era arrivato il momento di fare della musica la sua nuova vita. Oggi la insegue in tutto il mondo, senza pensare ad altro. « I vincitori non si arrendono, chi si arrende non vincerà mai. » continua a urlare e cantare con la sua chitarra.

Robert Finley sul palco del Blues Rules Crissier Festival accompagnato da sua figlia Christy Johnson dopo il concerto – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

Ma per capire meglio il “Country Boy“ che lui ritrae in metafora nella sua canzone, bisogna andare alla deriva attraverso i rigogliosi campi coltivati ​​e le paludi che separano Bernice, la sua città natale, e Winnsboro nella Louisiana centro-settentrionale, dove risiede oggi. Alcuni hanno già fatto il viaggio. Altri stanno ancora aspettando di vederlo.

Robert Finley sul palco del Blues Rules Crissier Festival a fine concerto – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]

Blues Rules Crissier Festival – © Oreste Di Cristino [Crissier, Switzerland]