Negli anni ’50, un periodo segnato dalla ricostruzione post-bellica e dal desiderio di rinascita, uno studio fotografico assumeva un’importanza straordinaria per molte famiglie. Era un’epoca in cui la società stava cercando di ritrovare una certa normalità dopo gli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale, e le fotografie diventarono un mezzo prezioso per catturare i momenti speciali e conservare i ricordi di famiglia.
In questi anni, Oreste Mariani (1915 – 1983), un appassionato pittore e fotografo, apre a Sant’Angelo del Pesco, il primo laboratorio fotografico con camera oscura. Fu questo il primo studio fotografico della storia del nostro paese. Lo studio non era solo un luogo dove venivano scattate foto, ma rappresentava un centro per incontri, registrazione e celebrazione della vita della nostra comunità. Le famiglie si recavano presso lo studio per immortalare momenti importanti come matrimoni, nascite, compleanni e altre occasioni significative. Le fotografie diventavano così un mezzo tangibile per conservare la memoria di momenti felici e di transizione, creando un ponte tra il passato e il futuro.
Anno 1934 – Una ripresa fotografica in uno studio fotografico con la famiglia Luigi Preziosi e Amita Fagnani. – Dall’archivio storico fotografico “Storia & Memoria“ di vivisantangelo
Le fotografie, che erano fondamentali per molte famiglie in quel periodo, continuano ancora oggi a evocare storie affascinanti e a volte anche drammatiche che vale la pena esplorare. Siamo in un’epoca in cui i ritratti di famiglia erano esclusivamente una produzione di studio professionale, rappresentando un’arte precisa e una tradizione di cui il nostro paese andava fiero.
Nel contesto di Sant’Angelo di quegli anni, la fotografia svolgeva un ruolo fondamentale nel documentare la vita prima che molte persone intraprendessero il significativo viaggio emigratorio oltre oceano. Avere ritratti di famiglia rappresentava un legame tangibile con la propria storia, la cultura di origine e le radici. Questo era particolarmente significativo dato che molte persone si stavano preparando ad affrontare l’incertezza di nuove terre e nuove esperienze.
Anno 1928 – Ripresa in uno studio fotografico con Di Giuseppe Di Ninno e membri della sua famiglia. – Dall’archivio storico fotografico “Storia & Memoria“ di vivisantangelo
Dopo la guerra, Sant’Angelo del Pesco iniziava a vivere la triste realtà dell’emigrazione. Anno dopo anno, il paese si svuotava, perdendo servizi e attività essenziali. Erano gli anni in cui molte persone lasciavano il paese per cercare opportunità oltreoceano e in Europa. In questo contesto, i ricordi delle famiglie riunite diventavano sempre più preziosi e attuali; e cosa poteva esserci di migliore di una foto ricordo per conservare quei momenti?
Le famiglie venivano riunite con cura nello studio, diventando vere protagoniste di scatti che celebravano l’unità, la connessione e purtroppo la consapevolezza che molte di loro sarebbero state separate a causa dell’emigrazione. E così, nello studio fotografico di Oreste Mariani, ogni dettaglio, dall’abbigliamento al posizionamento, veniva curato con precisione creando un ritratto intimo e familiare. Oreste, un esperto nell’arte fotografica, riusciva a far emergere la personalità di ogni membro della famiglia, rendendo ogni foto unica e significativa.
Anno 1956 – Ripresa fotografica in uno studio fotografico con Filomena Nucci e una parte dei suoi figli Margiotta. – Dall’archivio storico fotografico “Storia & Memoria“ di vivisantangelo
Si trattava di fotografie realizzate a Sant’Angelo del Pesco, nell’epoca del dopoguerra, presso uno studio fotografico situato in Corso Umberto. Le famiglie ritratte apparivano radianti, e la “luce“ dell’era post-bellica si rifletteva nei loro sguardi. Queste foto non erano semplicemente documenti visivi, ma rappresentavano un’affermazione di bellezza e di importanza duratura. Costituivano un’autentica identità per sempre conservata nell’umile portafoglio dell’emigrato.
Lo studio fotografico di Sant’Angelo del Pesco non era solo un luogo per scattare foto, ma anche un ambiente di espressione artistica e creativa. Qui, il fotografo non si limitava a catturare solo i volti delle persone, ma anche lo spirito e l’atmosfera dell’epoca. I suoi scatti contribuivano a creare una sorta di cronaca visiva della nostra comunità di quei tempi, offrendo uno sguardo autentico sulla vita quotidiana e sulle sfide che tutti noi affrontavamo.
Anno 1926 – Un ritratto in uno studio fotografico con la famiglia di Nicola Di Lucente e Linda Saia. – Dall’archivio storico fotografico “Storia & Memoria“ di vivisantangelo
Fotografie che rappresentano ricordi preziosi, custodi di storie familiari e documenti della storia sociale di un’epoca che cercava di guarire dalle ferite della guerra. La fotografia giocava un ruolo centrale nel preservare il passato e nel trasmettere un’eredità emotiva e culturale alle generazioni future. In questo modo, contribuiva a definire l’identità e la continuità delle famiglie nel contesto di una Sant’Angelo del Pesco che stava progredendo lentamente ma costantemente verso nuovi orizzonti.
Oggi, nell’era digitale in cui la rapidità spesso ha la meglio sulla qualità, i fotografi professionisti stanno riscoprendo le tecniche tradizionali per catturare momenti speciali con un tocco di eleganza e classe. Si assiste a un ritorno alle radici della fotografia, dove i fotografi abbracciano la pazienza e la precisione che caratterizzavano gli studi fotografici degli anni ’50. In un mondo in continua evoluzione, la bellezza senza tempo delle immagini di epoche passate continua a ispirare e a trasmettere la magia di una fotografia che va oltre il semplice clic.
In breve il profilo di Oreste Mariani (1915-1983), pittore, fotografo e autore dei dipinti nella chiesa parrocchiale di Sant’Angelo del Pesco.
Nato nel 1915, era già noto nel suo paese natale Sant’Angelo del Pesco sin da giovane, grazie alla sua passione per la fotografia e la pittura. Nel 1954, nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, dipinge scene religiose tratte da testi sacri: un imponente affresco murale raffigurante l’Ultima Cena e altri cinque interessanti dipinti che ornano il soffitto della chiesa. Alcuni anni prima, Oreste Mariani, appassionato fotografo, apre in paese il primo laboratorio fotografico con camera oscura: è il primo studio fotografico della storia di Sant’Angelo del Pesco. Nel 1955, dopo aver lasciato il suo paese natale, decide di trasferirsi negli Stati Uniti. Con grande passione continua a dipingere fino ad età avanzata. Muore in Pittsburgh-USA nell’ottobre del 1983. Le opere lasciate nella chiesa parrocchiale di Sant’Angelo del Pesco sono una testimonianza di una vita dedicata alla famiglia e alla pittura.