Il mio paesello, dove il tempo sembra essersi fermato, la vita si svela come un antico racconto e la semplicità è il suo tesoro più prezioso. Nascosto tra campi dorati e un cielo dipinto d’azzurro, questo paesino è un autentico scrigno di tranquillità. Le piccole viuzze, più simili a piccoli fili intrecciati, si snodano tra casette di pietra e muri secolari, portando il visitatore in un viaggio nel passato.

Un lampione solitario e silenzioso, come una meridiana, sembra simboleggiare il passare del tempo in questo periodo di transizione tra l’estate e l’inverno. Fino a pochi giorni fa, gli alberi intorno erano rigogliosi e vivaci. L’autunno sta lasciando il suo segno indelebile, tingendo le foglie prima di farle cadere. Tranne una sola foglia ancora aggrappata tenacemente a un ramo nudo e spoglio, come se si rifiutasse di arrendersi all’arrivo della stagione fredda. Un piccolo segno di resistenza, un ultimo sussulto di vita prima della lunga dormita che attende la natura.

Ma che bella ottobrata! Un’espressione che si sente spesso all’inizio della stagione autunnale e deriva dalla tradizione romana: così venivano chiamate le gite fuoriporta che i romani si concedevano nelle giornate più calde di ottobre. Sì perché ottobre è un mese speciale con giornate luminose e temperature gradevoli. Merito del clima tardo-estivo, mite e tiepido, e della luce tenua e morbida dell’autunno. Un periodo quando la natura dà il meglio di sé e tutto assume un fascino particolare, cielo azzurro e temperature fino ai 25 gradi.

Tra le cose belle di un paese, spesso trascurate o passate inosservate, ci sono i lampioni che si ergono come guardiani notturni, le panchine accoglienti che invitano al riposo, le ringhiere che delineano il confine tra il mondo esterno e l’intimità dei cortili, e le fontane che un tempo sgorgavano di vita e ora ci ricordano giorni passati. Questi oggetti quotidiani diventano testimoni silenziosi delle nostre passeggiate quotidiane, depositari di ricordi e di storie che spesso ci sfuggono.

In un mondo di contrasti, emerge un grigio luminoso. Un colore che evoca mistero e tranquillità allo stesso tempo. Ma ciò che rende il grigio veramente straordinario è la sua sfumatura verde brillante: è il colore della campagna che lo circonda. Un grigio pacifico che porta con sé l’essenza delle radici e la saggezza dei tempi passati. E proprio nel suo colore luminoso che si cela probabilmente un futuro radioso in un misto di elementi apparentemente opposti, ma destinati a convivere in perfetta armonia. Un grigio luminoso che ci ricorda che nella diversità risiede la bellezza, dove passato e presente possono unirsi in un futuro diverso.

In autunno quando le foglie degli alberi cambiano colore, creano spettacolari paesaggi con tonalità di giallo, arancione, rosso e marrone. È un fenomeno naturale conosciuto come “foliage” e sono numerosissimi in tutto il mondo. È uno dei fenomeni della natura più fotografati. I “foliage“ più celebri? Quello del New England negli Stati Uniti d’America, il Kyoto del Giappone, il “foliage“ delle Alpi svizzere. Questi sono solo alcuni degli spettacolari “foliage“ che si possono trovare in tutto il mondo, e molti altri luoghi offrono esperienze altrettanto affascinanti durante l’autunno. Il nostro “foliage”, quello santangiolese, non sarà poi così celebre a livello globale, ma è di una straordinaria bellezza comunque. Una meraviglia autunnale che merita senza dubbio di essere scoperta. Buona lettura e una serena e tranquilla domenica settembrina!

Siete giunti qui da diverse direzioni. Alcuni di voi hanno percorso la A14 da Nord, uscendo al casello di Val di Sangro. Da lì, avete proseguito sulla strada statale 652 “Fondo Valle Sangro“ fino a raggiungere Sant’Angelo del Pesco.

Altri, invece, sono partiti da Roma, percorrendo l’autostrada A1 e uscendo al casello di San Vittore. Da lì, avete seguito la direzione Venafro – Roccaraso – Castel di Sangro.

Infine, c’è chi ha preferito l’itinerario da Napoli, anch’esso attraverso l’autostrada A1, con uscita a Vairano – Caianello. Da questo punto, avete proseguito verso Venafro – Roccaraso – Castel di Sangro.

I fascarelli: un’icona e un simbolo di radici profonde; la “fascarllata“: l’occasione ideale per riunirci, un pretesto per ritrovare amici e famiglia, condividendo gioie e momenti preziosi insieme.

Questa sera tutti in piazza! Sant’Angelo del Pesco, con gioia e orgoglio, celebra la 41esima edizione della tradizionale sagra della polenta. Un’attesa lunga un anno, un’occasione per condividere le nostre tradizioni, la nostra cultura e il nostro amore per il nostro paese.