Prosegue la presentazione del nuovo volume Natale a Sant’Angelo del Pesco, un libro che sceglie una modalità inedita per raccontarsi: quella di svelare, poco alla volta, i suoi stessi racconti, veri pilastri narrativi della struttura dell’opera.
Il racconto proposto oggi — presente alle pagine 48 e 49 — richiama la magia sospesa della Notte Santa, ma anche una lieve, inattesa malinconia che affiora in contrasto con il calore della festa, rendendo la narrazione ancora più intensa e coinvolgente.
Il volume, composto da 180 pagine e arricchito da oltre 130 immagini di forte valore narrativo-fotografico, è realizzato nel formato 21 × 30 cm.
È disponibile, insieme ad altri due titoli che completano la collezione natalizia, al seguente link: https://lemultimedia.press/vivisantangelo/.
Author: Oreste Di Cristino
A Sant’Angelo del Pesco, il Natale di un tempo, agli occhi di noi bambini, aveva un fascino unico, scandito da festività autentiche e profondamente sentite. L’attesa iniziava con largo anticipo, settimane prima della festa vera e propria, trasformandosi in un crescendo di emozioni. In ogni casa ci si preparava con semplicità: piccoli gesti e decorazioni fatte in casa bastavano a rendere magico l’intero periodo natalizio.
Arroccato su un costone roccioso che domina la valle del Sangro, Pescopennataro è il cuore dell’Alto Molise, un borgo di pietra che sembra nascere dalla montagna stessa.
Di probabile origine longobarda, appartenne un tempo ai potenti Borrello, poi ai Cantelmo nel Quattrocento, e successivamente ai Caracciolo-Pignatelli, seguendo le alterne sorti delle grandi famiglie feudali del Mezzogiorno.
Nel cuore dell’inverno del 1972, il regista Ugo Fasano puntava la sua cinepresa su Sant’Angelo del Pesco, per raccontare il Natale attraverso gli occhi di chi, più di tutti, ne viveva il senso più autentico e al tempo stesso più malinconico: gli anziani.
Torno spesso al mio paesello, un piccolo borgo dell’entroterra molisano, immerso tra le montagne della Val di Sangro, proprio al confine tra tre province – Isernia, la mia, Chieti e L’Aquila – e due regioni, Abruzzo e Molise.
Nel vasto libro del mondo, ogni viaggio si presenta come un capitolo unico e coinvolgente, in cui il viaggiatore diventa il protagonista assoluto, immergendosi completamente in un universo inedito, pronto a scrivere le proprie pagine di avventura. Come un lettore affascinato, il viaggiatore si lascia trasportare attraverso luoghi incantevoli e situazioni sorprendenti, componendo così una storia personale ricca di emozioni e scoperte.
La Svizzera è un paese con un sistema ferroviario fantastico composto da migliaia di chilometri e il “Bernina Express“ è uno dei modi più spettacolari per scoprire le meravigliose Alpi svizzere, in treno naturalmente.
Ed è così che, durante un viaggio su un TGV verso Parigi in una giornata uggiosa, è nato questo piccolo racconto:
Il grido silenzioso dei ghiacciai artici
Un tempo i ghiacciai apparivano eterni: colossi di ghiaccio scintillante, cime immacolate e torrenti glaciali che modellavano paesaggi straordinari. Custodi silenziosi della memoria del pianeta, oggi non incantano più come una volta: il loro arretramento è un grido muto che racconta l’impatto della crisi climatica.
Cinque avventurieri, di nazionalità diverse, si preparano a vivere un’esperienza straordinaria nell’Artico, guidati da un esperto conoscitore di queste terre estreme. Il viaggio inizia da Oslo, poi un volo interno li porta a Tromsø, nel cuore del nord della Norvegia. Da lì, l’ultimo balzo: l’atterraggio all’aeroporto delle Svalbard, la porta d’ingresso a uno dei luoghi più selvaggi e incontaminati del pianeta. Tra ghiacci eterni e paesaggi mozzafiato, sta per cominciare un’avventura che promette di spingersi oltre i confini del mondo conosciuto.